MAX SIRENA – Skipper e Team Director di Luna Rossa
Sarò molto chiaro, soprattutto per i giovani arrivati. Questa coppa non è un tentativo. Questa coppa non è una prova generale. Questa coppa non si vincerà tra tre anni. Questa coppa è da vincere adesso. Questa coppa ci spingerà oltre i nostri limiti. Ogni giorno sarà la nostra ossessione e la nostra maledizione. Questa coppa sarà il sogno più grande e l’incubo più bello. Questa coppa sarà il nostro tutto, il nostro giorno e la nostra notte. Il nostro qui e il nostro ora. Noi siamo Luna Rossa. E si siamo Challengers. Per ora.
(cit. Max Sirena)
Ha già partecipato sei volte alla Coppa America e ne ha vinte due. La carriera sportiva di Max Sirena, orgoglio italiano della barca a vela, è costellata di successi e di imprese straordinarie. Si aggiudica la più importante competizione velica al mondo per la prima volta a 38 anni, nel 2010, come responsabile dell’albero alare nel trimarano BMW Oracle Racing, in gara contro Alinghi. Una conquista che ha replicato nel 2017, in occasione della 35° edizione della coppa, con il team New Zeland, sulle acque dell’arcipelago delle Bermuda. E adesso si sta preparando per la grande sfida del 2021 a bordo di Luna Rossa, squadra per la quale è team director e skipper.
Max Sirena, i suoi inizi nella vela risalgono a quando era ancora giovanissimo e viveva a Rimini. Com’è nata la sua passione?
Dalla passione per il mare, perchè tutto inizia da quella!
I miei genitori lavoravano entrambi: mio padre era un libero professionista, mia madre gestiva un albergo a Rimini, praticamente attaccato alla spiaggia. Tutto avvenne in maniera naturale, nel senso che il posto più sicuro, ma soprattutto per non avermi tutto il giorno in albergo a combinare guai, era la spiaggia. Di fronte all’albergo c’era una scuola vela e wind surf: avevo circa otto anni e venni catapultato in un mondo nuovo per me; fino ad allora giocavo al calcio in strada, come tutti i ragazzini.
Lì trovai un ambiente bello, puro, ma soprattutto trovai un sun fish abbandonato da un vecchio cliente della scuola. Il proprietario, dopo avermi visto gironzolare per qualche giorno attorno all’imbarcazione mi disse: “Se non fai troppo casino e la rimonti da solo, è tua”. Da lì in poi tutto avvenne molto rapidamente. Dopo qualche anno iniziai ad andare in wind surf, fatto che mi fece innamorare definitivamente del mare e della vela. Mi ricordo che a scuola sceglievo sempre un banco vicino alla finestra, perchè volevo vedere se c’era vento e scappare appena possibile per andare in mare!
Dalla sua vittoria nella Rimini-Corfù-Rimini, a 15 anni, fino alla conquista di due edizioni della Coppa America, di strada ne ha fatta tanta ed oggi è alla guida di Luna Rossa nella sfida ufficiale al Team New Zealand, per la 36° Coppa America. Cosa l’ha convinta ad unirsi a questa squadra?
Sì, la Rimini-Corfù è stata per me la prima vera vittoria in una regata a quei tempi molto importante, soprattutto perchè avvenne in maniera molto casuale. Due giorni prima della regata, infatti, un membro dell’equipaggio si ammalò. Bert Mauri, lo skipper della barca, mi chiamò: fu il giorno più bello! Avevo lavorato nei ritagli di tempo e ogni sabato e domenica alla preparazione della barca e la conoscevo come le mie tasche!
Dalla Rimini-Corfù fino al ‘97, anno in cui entrai a far parte del team di Luna Rossa, furono dieci anni intensissimi, costellati di successi e regate in giro per il mondo: regate lunghe monotipo match race. Lavorai in più velerie, o con attrezzisti, mantenendo sempre la volontà di conoscere e di imparare il più possibile il lavoro sulle barche. Non mi bastava il solo lato sportivo, volevo diventare anche un bravo tecnico.
Quando mi chiamarono per provare con Luna Rossa, mi ricordo come fosse ieri, mi misi a piangere! Da piccolo, a dieci anni, sapevo già esattamente cosa volevo fare da grande: andare per mare. E dopo Azzurra, il mio obiettivo era quello di partecipare alla Coppa.
Sono stato molto fortunato nella mia carriera: ho avuto l’opportunità di regatare con i migliori al mondo ed ho vinto tanto anche al di fuori della Coppa, che comunque sono riuscito a portare a casa due volte.
Ora devo cercare di terminare la missione: vincere per l’Italia con Luna Rossa! E farò di tutto, pur sapendo che si tratta di un’impresa difficilissima.
Quali debbono essere le qualità imprescindibili di uno skipper e di un team director di successo?
Ve lo potrò dire fra poco più di due anni! A parte gli scherzi, credo siano necessarie una serie di caratteristiche. Per me le più importanti sono: attaccamento alla maglia e al team, saper ascoltare e mettersi in discussione, essere in grado di confrontarsi ai vari livelli, essere determinati, avere l’atteggiamento giusto e, soprattutto, una barca veloce!
Quali sono i momenti della sua carriera che ricorda con maggiore soddisfazione?
Forse per motivi ed esperienze personali non penso mai troppo ai successi del passato: appena raggiungo un traguardo mi concentro subito sugli obiettivi ancora da raggiungere. Ovviamente, però, ci sono molte regate ed eventi sportivi a cui sono legato. Tra questi: la Rimini-Corfù, la vittoria della prima Louis Vuitton Cup e la vittoria in Coppa America. Ma ho anche ricordi bellissimi di vittorie di match race ed altre. Una regata che sicuramente avrò sempre nel cuore è il giubileo della Coppa del 2001, quando vincemmo la regata del giro dell’Isola di Wight con il Nyala: un vecchio 12 S.I. Potrei citarne tante altre: come dicevo sono stato fortunato, ho vinto tante regate e ognuna ha un suo ricordo. Mentalmente, però, penso sempre al passo successivo.
Chi è Max Sirena, oggi, e quali obiettivi si prefigge?
Max, oggi, è un quasi cinquantenne che, da un punto di vista professionale, ha un solo obiettivo: provare a vincere la Coppa per l’Italia e per Luna Rossa. Poi vedremo. Ho una famiglia splendida e una moglie fantastica, senza la quale oggi non sarei dove sono; quindi, se riuscirò a raggiungere questo obiettivo, poi dedicherò un pò di tempo ai miei familiari, visto che negli ultimi vent’anni sono sempre stati loro a seguire me.
La sua esperienza le ha permesso di essere tra i fautori dell’introduzione, in campo velistico, di nuove ed avanzatissime tecnologie, quali la vela rigida. Quanto si è evoluta, la vela, da quella prima edizione della Coppa America nel 1851 ad oggi, e qual è il suo futuro?
Il futuro lo vedremo negli anni a venire. Di certo la Coppa America, così come può essere la Formula 1, rappresenta il massimo in termini di tecnologia e sperimentazione. Basti pensare che negli ultimi anni, nella vela, ci sono sempre più ingegneri aerospaziali e sempre meno architetti navali.
L’ala rigida rappresenta il massimo in termini di efficienza aerodinamica utilizzata nel settore nautico. Ora, però, stiamo sviluppando anche delle soluzioni soft, cercando di mantenere l’efficienza di un’ala rigida ma migliorando, allo stesso tempo, le problematiche di tipo logistico. Questo affinché la tecnologia che usiamo possa un giorno essere adottata dalla nautica da diporto.
Oggi, su molte barche da crociera, vengono utilizzati sistemi di piloti automatici che sono stati sviluppati da noi negli ultimi anni, con grandi benefici: tutti vogliono volare sulla superficie dell’acqua.
La vela diventa sempre più emozionante, non solo perché più veloce ma anche perché i mezzi a motore consumano sempre meno e, soprattutto, inquinano meno: un aspetto sempre più importante da considerare.
In questo senso, negli ultimi anni Luna Rossa ha formato diverse partnership strategiche. Ce ne può parlare?
Sì, è vero. Negli ultimi anni abbiamo sigillato moltissime partnership, soprattutto con aziende italiane. Girando per l’Italia alla ricerca di tecnologia, ho scoperto una realtà a me sconosciuta ed è emerso che l’Italia è leader a livello mondiale in tantissimi settori, sopratutto tecnologici. Come già menzionato le nuove barche sono sempre più simili a piattaforme volanti, pertanto simili per certi aspetti agli aerei. Per questo, i relativi sistemi e controlli che usiamo per agire sulle derive o per regolare le vele sono sofisticatissimi e, in una competizione, possono fare veramente la differenza. Abbiamo circa cinquanta partnership con aziende altamente tecnologiche, più o meno grandi, che collaborano costantemente con noi per raggiungere il nostro obiettivo.
Da qualche mese il team si è spostato nella sua nuova base in Sardegna. Quali vantaggi presenta questa ubicazione?
Abbiamo scelto Cagliari per diversi motivi: innanzitutto il vento, che ci garantisce circa 250 giorni di navigazione durante l’anno; inoltre, occorreva trovare una città grande abbastanza per accogliere circa cento persone e le loro famiglie, molte delle quali straniere e tutte con esigenze specifiche: vi era, ad esempio, la necessità di avere scuole internazionali nelle vicinanze; infine, serviva un luogo facile da raggiungere da un punto di vista logistico e l’aeroporto di Cagliari è molto ben connesso con l’Italia e l’Europa. Cagliari, quindi, è l’ideale: un posto fantastico, che raccomando a tutti di visitare!
E come vede, invece, la scelta di Auckland per la 36° Coppa America?
La scelta di Auckland è conseguenza della vittoria di Team New Zealand: chi vince decide dove fare la prossima Coppa America ed era scontato andare in Nuova Zelanda.
Dopo tre edizioni in catamarano, nell’edizione 2021 si tornerà al monoscafo. È felice di questa scelta?
Sì, è un ritorno. Dopo tre edizioni in multiscafo, siamo tornati al monoscafo: scelta condivisa, insieme ai neozelandesi. Per me non fa molta differenza: sono entrambi barche che si spostano con il vento. Gli ultimi catamarani erano barche spettacolari e super sofisticate, ora torniamo al monoscafo con l’ambizione di raggiungere prestazioni ancora più alte.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di Luna Rossa rispetto agli avversari?
Il primo obiettivo di Luna Rossa è quello di fare meno errori possibili: solo così possiamo puntare a vincere. Detto questo, i team iscritti a questa edizione sono tutti in grado di vincere, quindi sarà fondamentale non lasciare nulla al caso;ma sopratutto, prendere fin da ora decisioni che potranno fare la differenza fra due anni. La coppa si vince oggi, non nel 2021!
Quale sarà il prossimo appuntamento del team?
Da qualche mese abbiamo iniziato la costruzione di Barca 1: se la sua forza equivale alla sua bellezza siamo a buon punto! A breve presenteremo ufficialmente tutto il Team e, a inizio estate, vareremo Barca 1. Lì capiremo subito il nostro livello.
In copertina: Max Sirena
Immagini e video: ©media.lunarossachallenge.com