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GIORGIO PASOTTI - Attore e regista

Giorgio Pasotti nasce a Bergamo il 22 giugno 1973 e già a sei anni, sotto la guida del padre Mario, profondo conoscitore delle arti marziali cino-giapponesi, inizia la pratica del karate, poi del kobudo e infine del wushu. Nel 1986 è la più giovane cintura nera d’Italia di wushu. Partecipa, in seguito, alle dimostrazioni finali del Campionato del Mondo di Las Vegas, ai Campionati d’Europa di Chieti ed al Grand Councours Européen de Wushu di Parigi, nel 1990.

Nel 1992, terminati gli studi superiori, decide di partire per la Cina. Rimarrà per due lunghi anni ad approfondire la conoscenza del wushu nel suo luogo d’origine, frequentando corsi e allenamenti con i ragazzi della squadra campione cinese presso l’Università di Educazione Fisica di Pechino. Nel 1993 vince il Torneo Internazionale di Pechino negli stili dimostrativi e si aggiudica una medaglia di bronzo al Campionato Internazionale di Shaolin. A conclusione di un’annata d’oro, viene promosso a pieni voti nella Elite Class, la serie A del wushu cinese, l’olimpo dell’agonismo internazionale. Il 1993, però, si rivelerà un anno cruciale non solo per i risultati agonistici. Nell’ottobre di quell’anno, infatti, la Milestone Production LTD, casa di produzione cinematografica di Hong Kong, lo sceglie per interpretare il ruolo di un giovane americano divenuto monaco di un tempio Shaolin. Pasotti dimostra capacità non comuni e l’episodio non viene archiviato come una “meteora”, bensì come il promettente inizio della sua carriera di attore.

Dopo una lunga permanenza a Pechino, rientra in Italia, dove si allena per prendere parte a campionati nazionali e internazionali di wushu e continua a studiare recitazione. Nel 1994 entra nella Squadra Nazionale della federazione ufficiale Coni e, con la maglia azzurra, partecipa in Germania al Campionato Europeo di Monaco, conquistando l’oro. L’anno dopo si trasferisce a Los Angeles, nella mecca del cinema Holliwoodiano, per studiare recitazione. Nonostante l’intensa attività cinematografica, nell’agosto 1995, sempre con la maglia della Nazionale, partecipa ai Campionati del mondo di Baltimora – USA, dove riesce a mettersi in luce cogliendo due preziosi piazzamenti, sesto e settimo, e si conferma come uno dei migliori interpreti occidentali della disciplina cinese. Ai Campionati Europei di Roma del 1996 mantiene il titolo continentale.

Conclusa la parentesi americana, intesse relazioni con il mondo delle produzioni cinematografiche italiane. Il debutto avviene con I Piccoli Maestri di Daniele Lucchetti, tratto dal capolavoro di Luigi Meneghello. Un film intenso  ed emozionante, presentato in concorso al Festival del Cinema di Venezia del 1997. Sempre nel 1997 è protagonista di Ecco Fatto, l’originale e brillante opera prima di Gabriele Muccino, nella quale Pasotti veste i panni di Matteo, il gelosissimo fidanzato di Margherita (Barbara Bobulova). Gli impegni cinematografici non frenano quelli agonistici: oltre a riconfermarsi campione italiano, riesce ad essere presente in Nazionale anche al Campionato del Mondo ’97 di Roma, ottenendo un quinto posto che, in quel contesto, vale come un oro. Nel 1998 gira un’altra commedia per il cinema, Voglio stare sotto il letto, firmata da Bruno Colella e con Michelle Hunziker. È l’anno del necessario (per incompatibilità con la carriera di attore) addio al wushu agonistico, che Giorgio suggella con le ultime due medaglie d’oro conquistate ad Atene, al terzo Campionato d’Europa che può annoverare alla sua breve ma intensa carriera sportiva. Abbandonate armi e kimoni, si immerge completamente nel mondo dello spettacolo.

A partire da quel momento, la sua carriera cinematografica esplode. Tra le sue esperienze più prestigiose si ricordano: Come te nessuno mai e L’ultimo bacio di Gabriele Muccino, Le Rose del Deserto di Mario Monicelli ed il premio oscar La Grande Bellezza, di Paolo Sorrentino.

Giorgio Pasotti - Immagine di Riccardo Ghilardi

Pur essendo nato e cresciuto a Bergamo, è forse più corretto definirti un cittadino del mondo. Grazie alla tua passione per le arti marziali, infatti, hai sempre viaggiato moltissimo. Dove ti senti più a casa?

Mi sento a casa proprio quando torno a Bergamo. Appena varco la porta d'accesso a città alta di Sant'Agostino sento di essere arrivato nel luogo che sento più mio: un senso di appartenenza molto profondo.

Una laurea in discipline sportive, conseguita a Pechino, ed un diploma ottenuto nel 2004 presso la New York Film Academy.  A livello personale, cos’hai appreso dai tuoi lunghi soggiorni in due realtà così differenti?

Ho appreso che, nonostante l'enorme diversità in termini storici e culturali tra l'America e la Cina, ciò che unisce questi due paesi che stanno agli antipodi è un senso di rispetto e attenzione per chi ha idee e cerca di realizzarle. Condizioni sociali che tendono ad aiutare le persone ambiziose e determinate. 

La tua carriera, dopo una serie di successi sportivi a livello mondiale, sembrava proiettata in quella direzione. Come sei approdato, invece, al mondo del cinema?

Per caso. Un giorno come un altro venne una produttrice di Hong Kong in università a Pechino, mi chiese se volessi fare un piccolo ruolo in un film prodotto da lei. Accettai per curiosità: non mi sono più fermato.

Sia nel campo sportivo che in quello artistico hai ottenuto molti premi e riconoscimenti. Quale ti ha dato maggiore soddisfazione?

Jeanne Moreau che mi consegna il premio come migliore attore, paragonandomi a Trintignant. Pensavo fosse una battuta di circostanza. Glielo richiesi dopo: mi disse che non scherzava affatto…

Quale manca, ancora, alla tua collezione ideale?

Mah, in realtà nessun premio cinematografico potrà mai raggiungere l'emozione di stare sul podio più alto in una vittoria sportiva, almeno per me.

Nel cinema, hai lavorato con registi di calibro mondiale: tra questi Monicelli, Muccino e Sorrentino. Puoi dirci qualcosa di ognuno di loro?

Sono registi molto diversi tra loro, impossibili da paragonare. Da spettatore, attendo tutti i progetti di Sorrentino come un bambino aspetta i regali, la notte di Natale.

A Praga hai interpretato Charles Dickens, nella serie televisiva “David Copperfield”. Che ricordo hai della città? Ci sei stato anche in altre occasioni?

No, non ci sono mai più stato. Ho, però, un ricordo meraviglioso legato a quella città. Romantica, colta, avvolta da mistero e bellezza. Me ne sono innamorato e spero vivamente di ritornarci al più presto.

Progetti per il futuro?

Diversi. Film e serie TV che devono uscire a breve, uno spettacolo teatrale a cui tengo molto ma anche, e forse soprattutto, il mio prossimo film da regista, dopo Io, Arlecchino, girato proprio a Bergamo. 


Per informazioni:

www.giorgiopasotti.it

In copertina: Giorgio Pasotti (immagine di Roberta Krasnig)

(Articolo pubblicato sul volume 8 di CIAOPRAGA)