SANTANDER - La sposa del mare
Santander è una città piena di vita e di movimento ed è, soprattutto, imprevedibile. A causa del clima atlantico molto variabile, quando si fanno piani con gli amici, non si è mai certi davvero che riusciranno: per questo è sempre utile avere delle opzioni che, fortunatamente, a Santander non mancano.
In una giornata di sole si può andare in spiaggia (la mia preferita è quella del Sardinero), non solo d’estate ma anche d’inverno, per passeggiare sul lungomare. Personalmente, non avendo il mare nel mio quotidiano, vederlo mi dona molta pace interiore.
I paesaggi di Santander sono verdi e puri, ideali per andare a fare trekking in compagnia. Un posto molto bello da visitare è il Palazzo della Magdalena, dove c’è un mini-zoo marino e nel quale si possono trovare pinguini, foche e leoni marini. Inoltre, lo scontro delle onde sugli scogli, visto che questo luogo si trova in un punto alto, è uno degli spettacoli naturali più belli della zona.
Durante una giornata di pioggia nuvolosa e fredda, invece, si può andare al cinema o al centro commerciale, stare a casa a giocare in famiglia o addentrarsi nella vita culturale della città.
Negli ultimi decenni, sia il governo della Cantabria sia quello spagnolo hanno investito molto nel settore culturale di questa regione, per parecchio tempo piuttosto trascurata. L’opera architettonica di Renzo Piano, il Centro Botín, inaugurata nel 2017, ne è un chiaro esempio. I musei più interessanti a Santander, dal mio punto di vista, sono il Museo della Preistoria e Archeologia di Cantabria, il Museo Marittimo del Cantabrico e lo stesso Centro Botín. I primi due sono musei più classici, ma fondamentali per capire la storia e il patrimonio della regione. Nel Centro Botín, invece, si espone un tipo di arte più moderna e vi si trova anche una sezione estemporanea.
Recentemente, ho visitato le tre esposizioni attualmente in corso. La prima, Retratos: esencia y expresión, racchiude otto ritratti del XX secolo di autori dai diversi stili artistici sviluppatisi durante quel periodo: realismo, cubismo, postimpressionismo o modernismo.
La seconda, invece, è dedicata alla grande scultrice Cristina Iglesias e s’intitola Entrespacios, cioè tra gli spazi, dove ci si immerge letteralmente in spazi composti da diversi materiali. L’opera che mi è piaciuta di più è Growth I, perché sembra una scogliera dai vetri colorati con alghe all’interno che paiono animali ad essa aggrappati.
La terza, infine, dal titolo El Paisaje Reconfigurado, è un’esposizione che mostra le possibili interpretazioni del paesaggio di tutti i giorni. Qui, le opere che più mi sono piaciute di più in assoluto sono Epigrah, Damascus di Julie Mehretu, composta da schizzi architettonici della città di Damasco con sbavature nere, come per indicarne la distruzione, e Si la noche fuese un color di Oriol Vilanova, composta da cartoline e foto notturne di diverse città del mondo.
Anche dal punto di vista gastronomico, Santander non delude. In Spagna è molto tipico consumare un aperitivo a base di una bibita e una tapa. Le tapas di questa zona possono consistere in pinchos, ossia una base di pane con qualsiasi alimento sopra, tortilla de patatas (frittata di patate) oppure rabas, ovvero calamari fritti, che sono un piatto molto tipico di Santander. Un piatto completo tipico di questi luoghi, da consumare generalmente a pranzo, è il cocido montañés: fagioli, verza e vari tipi di carne e, per dessert, il sobao pasiego, un tipo di pan di spagna, o la quesada, una torta di formaggio al forno.
Santander è la mia città ideale, sia per il mare, che mi trasmette serenità e forza, sia per la sua incredibile ricchezza artistica. Da un punto di vista personale, poi, questo luogo per me significa molto, perché è dove passo il tempo con la mia famiglia durante le vacanze.
In copertina: Veduta aerea di Santander
Immagine di Matisse pubblicata per gentile concessione dell’ufficio stampa del Centro Botin