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BENEDETTA KIM - L'angelo di Seul

Nata a Seul nel 1967 ma italiana - anzi, ferrarese - d’adozione, Benedetta Kim è un soprano dalla voce sublime, angelica, che vanta un incredibile curriculum internazionale. Nel corso degli anni ha tenuto numerosi concerti e recital presso festival e circoli lirici ed ha partecipato a produzioni di spettacoli, gala musicali ed operette in vari teatri e piazze, sia in Italia che all’estero. Il suo repertorio abbraccia varie epoche: dal canto barocco alla musica sacra, dalla musica da camera al canto lirico e moderno, dall’operetta fino alla musica contemporanea. La sua voce melodiosa è stata apprezzata perfino da Papa Francesco. Ma questo, ce lo racconta direttamente la protagonista.

Benedetta, la tua carriera è iniziata ufficialmente con la laurea in musica e canto ottenuta nel 1990 presso l’Università di Seul anche se, in realtà, cantavi già da tempo. Com’è avvenuto il tuo esordio nell’affascinante mondo della lirica?

Il mio esordio nella lirica è avvenuto quando ero ancora una bambina. Ho cominciato nel 1974, all’età di 8 anni, vincendo un premio speciale presso un concorso internazionale di canto e poi, all’età di 15 anni, ho ottenuto il ruolo del pastorello nella Tosca di Puccini, presso il Teatro Nazionale della Corea del Sud.

Dopo la laurea è cominciata la mia carriera come cantante lirica leggera d’agilità, con il ruolo di Nena, una delle protagoniste dell’opera di G.B. Pergolesi  Lo frate ’nnamorato: era il 1994 ed il debutto è avvenuto presso il Teatro Comunale di Ferrara - poi divenuta la mia città di adozione - in collaborazione con il Conservatorio di G. Frescobaldi. In quella occasione, il critico musicale Athos Tromboni parlò della mia spontaneità e agilità.

In seguito ottenni il ruolo di protagonista ne Lo Scoiattolo in Gamba di Nino Rota e partecipai ad altre opere. Nel frattempo, continuai a lavorare per migliorare la mia tecnica ed ebbi la fortuna di essere seguita da alcuni dei migliori insegnanti di canto lirico in Italia, tra i quali il M° Antonio Juvarra, la Soprano Raina Kabaivanska e la M° Enza Ferrari.

Quali sono state le tappe professionali più importanti per la tua carriera?

Tutto ciò che ho fatto, per me, è importante ma credo che l’incisione in DVD del Padre nostro in lingua coreana, realizzata in occasione dei cinque anni di pontificato di Papa Francesco sia stato, probabilmente, il punto più alto della mia carriera. Ho avuto anche l’onore di essere ricevuta dal pontefice in Vaticano, e di potergli consegnare di persona il DVD, che era stato presentato ufficialmente durante i Golden Dragon Awards del Ferrara Film Festival 2018. Il brano Padre nostro è tratto dal musical Il Primo Papa, composto da Tony Labriola e Stefano Govoni, e nel video sono inserite l’immagine e la voce di Papa Francesco, grazie ad una collaborazione con il Vaticano. La prima versione in italiano fu cantata da Albano durante un suo tour teatrale e presentata a Ferrara in anteprima nazionale, in occasione del suo concerto al Teatro Nuovo, sempre curato da Tony Labriola. In seguito, il video è andato in onda su RAI1 e la sua versione in inglese è stata interpretata da Kelly Joyce e perfino da Ronn Moss, il famoso Ridge di Beautiful.

Altre tappe professionali importanti sono state, senza dubbio, i concerti lirici organizzati dall’Istituto Italiano di Cultura in Argentina, presso il Museo Isaac Fernández Blanco e La Scala di San Telmo, e quelli avvenuti durante la settimana della lingua italiana nel mondo organizzata dall’Ambasciata d’Italia ad Accra, in Ghana, che hanno avuto luogo presso il British Council e  la residenza dell’Ambasciatore italiano.  

La tua più grande soddisfazione professionale?

Le soddisfazioni professionali regalatemi dalla mia lunga carriera sono infinite e sceglierne una sopra tutte è davvero impossibile. Ovviamente, essere ricevuta in Vaticano è stato per me un grandissimo onore ma vorrei menzionare anche un’altra esperienza molti gratificante: il concerto per Telethon, organizzato in collaborazione con le Ferrovie dello Stato.

In generale, comunque, per un artista le soddisfazioni arrivano dal pubblico ogni volta che ci si esibisce. Una esecuzione senza errori, gli applausi che seguono, i bis spesso richiesti dalla sala, i complimenti nel backstage… sono tutti momenti memorabili, che rimangono nella mente e nel cuore in maniera indelebile.

Qualche delusione?

Più che delusioni, episodi spiacevoli che si sono verificati in occasione di qualche concorso e che mi hanno lasciato un po’ di amaro in bocca… ma non vale la pena parlarne! Si va avanti lo stesso e, chi ha talento, alla fine emerge comunque. 

Che cosa occorre per diventare dei bravi cantanti lirici? Quanto conta il talento e quanto, invece, lo studio della tecnica e la pratica?

Per diventare dei bravi cantanti lirici bisogna innanzitutto nutrire una grande passione per la musica e poi, ovviamente, possedere i requisiti e soprattutto il talento necessari per intraprendere questa carriera. La voce è il requisito fondamentale, assieme all’intonazione e al senso del ritmo. In assenza di questi elementi, non si può diventare dei cantanti professionisti. La tecnica, invece, si impara con gli anni, soprattutto se, come nel mio caso, si è seguiti da bravi insegnanti. Ma la tecnica di base non deve mancare. Per capire quali siano le strade giuste da percorrere, comunque, bisogna “farsi le ossa” affrontando audizioni, concorsi, ecc. Infine, un altro aspetto da non sottovalutare, per la professione di cantante lirico, riguarda le pubbliche relazioni, perché ovviamente la visibilità genera nuove opportunità.

Che tipo di musica prediligi? C’è un direttore d’orchestra oppure un’opera che ami particolarmente?

Amo tutta la musica che sia espressiva e “cantabile”. Sopra ogni altro prediligo, però, Giacomo Puccini ed in particolare La Bohème.   

Oltre ad essere una grande artista sei una donna impegnatissima su molti fronti. Quali altri ruoli ricopri?

A dire il vero ricopro moltissimi ruoli: attualmente, sono corrispondente e produttore di Radio ICN, nonché Segretario Nazionale dell’A.I.M. - Associazione per gli Italiani nel Mondo e Responsabile Eventi Culturali ed Esibizioni per Studio Archeo900, il tutto per la Corea del Sud. Ricopro, inoltre, l’incarico di Direttore Artistico per Telethon Ferrara e per Ciak 2000 della Regista Donatella Baglivo, oltre a quello di Direttore dell’International Food Culture Exchange Association della Corea del Sud. Infine, sono membro del Seoul Economic Federation, della Federazione Giornalisti della Corea del Sud e ambasciatrice di SDT Eventi Italy.

Un curriculum davvero incredibile! Per quanto riguarda la tua esperienza in Italia, invece, cosa puoi dirci? Da quanto tempo vivi nel Bel Paese, o quanto tempo vi hai vissuto?

La mia esperienza in Italia… ci sarebbe così tanto da dire che non saprei da dove cominciare. Sono arrivata in Italia, dalla Corea del Sud, nel 1990 e ad accogliermi ho trovato la magnifica città di Ferrara. Mi sono trasferita per motivi di studio ma ho iniziato subito a fare esperienza, insegnando musica presso diverse scuole materne ed elementari. La musica è il mio mondo e mi ha accompagnata sempre, nella vita. Grazie alla musica ho avuto bellissime opportunità come, ad esempio, entrare a far parte del Lions Club di Mirabello o del Kiwanis Club di San Marino, assumere il ruolo di direttore artistico della Banca Nazionale di Lavoro di Ferrara per Telethon per passare poi ad essere, dal 2007, il direttore artistico ufficiale di Telethon Ferrara. Insomma, in Italia non posso dire di essermi annoiata. Ora, però, sto per iniziare una nuova fase della mia vita. Sono, infatti, appena rientrata a Seul in pianta stabile, a distanza di quasi trent’anni, e mi attendono moltissime nuove avventure.

Quali sono le maggiori differenze culturali che hai riscontrato tra Italia e Corea del Sud e quali i valori in comune tra due Paesi così distanti?

Tra le differenze indicherei, senza dubbio, la relazione tra l’uomo e la donna ed il rispetto per l'età. Nelle relazioni uomo-donna, in Corea del Sud c’è ancora molta timidezza mentre in Italia i rapporti sono più espansivi. Il punto di incontro tra i due Paesi, però, è il cibo: sia per i coreani che per gli italiani il denaro speso per mangiare è denaro ben speso. Si cerca la qualità, sempre accompagnata da una grande passione per la cucina.

Sogni nel cassetto? Progetti futuri?

Avevo un sogno nel cassetto che, per varie ragioni, ho dovuto abbandonare: imparare a suonare l’arpa.  Riguardo al futuro, sicuramente continuerò a cantare e, soprattutto, ad insegnare la tecnica vocale italiana. A livello personale, invece, mi impegnerò al massimo per portare la cultura italiana in Corea del Sud e favorire l’amicizia e la reciproca conoscenza tra questi due meravigliosi Paesi.

Nelle immagini: Benedetta Kim

Crediti:

Fotografo: 김국환

Sponsor (costume bianco): Young-woon Jeon

Sponsor (gioielli vestito blu): XENTO prestigio italiano

Makeup: 라투 Bo Ra 김미정 UNDERGROUND STUDIO