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BEPPE CONVERTINI – C’è tempo per…

Attore, conduttore radiotelevisivo ed ex modello, Beppe Convertini conduce, dallo scorso 29 giugno, C'è tempo per... in onda su Rai1 tutte le mattine dal lunedì al venerdì.

Nato a Martina Franca (Taranto) il 20 luglio 1971, da ragazzo ha studiato presso l’istituto tecnico della sua città natale, dove ha mosso i primi passi nel mondo dello spettacolo. Nel 1989, ottenuta una borsa di studio, si è trasferito a Torino, dove si è laureato qualche anno dopo in Economia e Commercio.

Cerchiamo di scoprire di più, direttamente attraverso le sue parole, non solo sul personaggio televisivo che entra ogni giorno nelle case degli italiani ma, soprattutto, su una persona davvero straordinaria, che non esita a prodigarsi per i più bisognosi ogni volta che ne ha l’opportunità.

Buongiorno Beppe, grazie di aver accettato di rispondere alle nostre domande. Attualmente sei impegnato in televisione con la conduzione di C'è tempo per..., una trasmissione dedicata alla terza età. Com’è nata l’idea di questo format?

È un’idea nata dalla voglia di celebrare il terzo tempo della vita e di dare il giusto valore alle nostre nonne e nonni, che rappresentano un bagaglio di valori, amore, tradizioni ed esperienze di vita vissuta fondamentali per i figli e per i nipoti. Molti di loro sono stati dei veri e propri pilastri per gran parte delle famiglie italiane prima, durante e dopo il lockdown causato dall’emergenza del coronavirus. Questi sono solo alcuni dei motivi per cui credo che si debbano rispettare, onorare, proteggere e soprattutto amare, i nostri cari nonni.

A chi vi rivolgete e chi sono i protagonisti dei vostri racconti?

I protagonisti sono proprio le nonne e i nonni che ci seguono da casa: storie di grandi donne e uomini che hanno saputo affrontare la guerra, la povertà, le avversità di ogni sorta e  le difficoltà economiche, riuscendo a superarle e migliorando la loro vita e la vita dei loro figli e dei loro nipoti, costruendo un mondo migliore per le generazioni successive.

Da poco hai lasciato la conduzione di Linea Verde, con la quale ti recavi ogni domenica alla scoperta delle bellezze d’Italia. Quale aspetto del programma ti è piaciuto di più? 

Linea Verde è un programma davvero emozionante, che ti permette di conoscere le bellezze italiche: un viaggio alla scoperta delle tradizioni, degli usi e dei costumi italiani; un viaggio alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche; il racconto di storie di persone eccezionali che fanno sì che l’agricoltura, l’allevamento e l’artigianato italiano siano il cuore pulsante dell’economia e che siano apprezzati in tutto il mondo. Quindi, vi direi: andiamo in vacanza in Italia, che  è il posto più bello del mondo, e consumiamo i prodotti italiani, che sono i più buoni al mondo! Tornerò a Linea Verde a partire dal 13 settembre e potrete seguirci, come sempre, tutte le Domeniche su Rai 1. 

Ripercorrendo le tappe salienti della tua carriera, hai mosso i tuoi primi passi nello spettacolo da giovanissimo, a soli 16 anni. Ci puoi parlare di quella tua prima esperienza?

La mia prima esperienza a Martina Franca al Festival della Valle D’Itria – un evento di musica lirica e classica fondato da Paolo Grassi, in cui facevo il mimo in un’opera teatrale – è stata davvero emozionante, perché era la mia prima volta a contatto con un mondo come quello della lirica e della musica classica: un mondo artistico straordinario, fatto di grandi professionisti, che arrivavano da ogni parte del mondo. Ho vissuto, ogni giorno, emozioni indimenticabili e non potevo desiderare un debutto migliore!

Beppe Convertini e Anna Falchi

Subito dopo, contemporaneamente agli studi universitari, hai intrapreso la carriera di modello, calcando le passerelle di alcuni tra i più grandi stilisti e muovendoti tra Milano, Parigi e New York.  È stato difficile conciliare un lavoro così dinamico con lo studio?

Il mondo della moda mi ha dato l’opportunità di viaggiare per il mondo da Londra a New York, da Tokyo al Brasile, ed è stata un’esperienza unica, che mi ha permesso di conoscere un vero melting pot di gente. Viaggiando sono cresciuto molto! Certo, non è stato facile studiare e lavorare allo stesso tempo ma – avendo perso mio padre all’età  di 17 anni, dopo una lunga malattia – era necessario che lavorassi per mantenere la mia famiglia senza, però, dover rinunciare a studiare e a costruirmi un futuro. 

Nel 1994 il debutto sul grande schermo con il film Belle al bar, di Alessandro Benvenuti, poi la conduzione del Festivalbar e, l’anno successivo, il debutto a teatro nello spettacolo Il Passerotto, con Leopoldo Mastelloni.  Da allora la tua carriera si è sempre mossa su questi tre fronti: cinema, teatro e conduzione. C’è un ruolo che prediligi?

Mi piace tantissimo condurre. Quest’anno ho  avuto l’occasione di condurre La Vita in Diretta Estate, Linea Verde e, ora, C’è tempo per...  Sono davvero molto contento e ringrazio il pubblico di Rai 1 che mi sta seguendo con grande affetto. Ringrazio, inoltre, le mie compagne di viaggio Lisa, Ingrid e Anna, e tutta la squadra di Rai 1 di questi tre programmi, che rappresentano un gruppo di straordinaria professionalità e di grande umanità!

Nella tua vita hai anche partecipato a varie missioni umanitarie come testimonial di Terre des Hommes e del Convivio a favore di Anlaids. Cosa ti hanno lasciato, queste esperienze, dal punto di vista umano? 

È un dovere morale, per tutti quelli che fanno il mio mestiere, cercare di mettere la propria popolarità a disposizione del prossimo e aiutare chi ha più bisogno: forse potrò apparire banale ma penso veramente che ci arricchisca molto di più il dare che il ricevere. Porterò sempre nel cuore i sorrisi dei bambini siriani che ho incontrato nei campi profughi durante le mie missioni umanitarie. Nonostante il dramma di una guerra civile devastante, che li ha resi profughi e orfani, riescono ancora a sorridere e credo che, per tutti noi, non ci possa essere insegnamento migliore!

In copertina: Beppe Convertini
immagini per gentile concessione dell’intervistato