CIAO MAGAZINE

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ALBERTO PELLEGATTA - Autore, critico letterario, curatore di Taut Editori

Una nuova realtà si affaccia nel vasto mondo dell’editoria: Taut Editori.

Il nome della casa editrice è stato scelto in omaggio ai visionari fratelli architetti, personalità del movimento espressionista e del razionalismo architettonico tedesco tra le due guerre.

L’esordio della casa editrice è avvenuto con il lancio di un volume collettivo internazionale: Planetaria - 27 poeti del mondo nati dopo il 1985, curato da Massimo Dagnino e Alberto Pellegatta.

Il marchio appena nato si avvale di un comitato scientifico formato da poeti, scrittori e filosofi, tra i quali Carlo Sini, mentre Jack Underwood si occupa di saggistica e narrativa e punta a dare spazio alle nuove generazioni.

Si parte con un’antologia di poesie di giovani autori provenienti da diverse aree del mondo.

Un segnale di apertura verso la poesia contemporanea, che va oltre i confini nazionali.

Ogni poeta è introdotto da una scheda biocritica a cura di poeti già consolidati nel panorama letterario.

L’antologia non è, quindi, un raggruppamento di nomi, ma si presenta come lavoro ben strutturato, di qualità dei contenuti.

Incontriamo Alberto Pellegatta, curatore del progetto, per conoscere meglio Taut e i libri proposti. 

Alberto Pellegatta, lei ha curato con Massimo Dagnino per Taut Editori, nuova realtà editoriale, l’antologia Planetaria - 27 poeti del mondo nati dopo il 1985: un debutto che punta a valorizzare le nuove generazioni. Perché questa scelta?

Non c’è futuro per l’intelligenza della specie e per la letteratura senza la complicità dei giovani.

Cosa raccontano i giovani poeti di oggi?

Ci ricordano che siamo inseriti in un sistema naturale e che dobbiamo rispettarlo, ci raccontano i disagi di una generazione più povera di quelle, spesso predatorie, che l’hanno preceduta (e che quindi non mette il denaro al centro dell’esistenza), tornano a dare importanza alla ricerca sul linguaggio: senza un linguaggio lucido e oliato si finisce tutti allo sfascio. E ormai dovrebbe essere chiaro anche ai più distratti. Parole confuse portano a pensieri confusi. I giovani poeti si oppongono alla semplificazione attuale, senza però cadere nelle trappole della retorica o della propaganda.  

Gli autori di Planetaria provengono da diverse latitudini. Ognuno di loro ha uno stile. Ha potuto riscontrare degli elementi di incontro/scontro in questo poetare collettivo?

Gli autori provengono, in effetti, da tutte le latitudini. Anche i giovani italiani provengono da ogni parte d’Italia. È presto, però, per poter indicare tendenze o canoni. I giochi sono ancora aperti per i nati negli anni Cinquanta, figuriamoci per quelli del ’90. Non sappiamo ancora quanti di loro continueranno a scrivere, quanti riusciranno a confezionare più di una raccolta senza diventare copie di se stessi, ecc. Lasciamoli divertire e scrivere in pace, cerchiamo di non distrarli con gli abbagli del successo facile. Vorremmo che i nostri autori fossero persone libere e autonome nel pensiero, che sappiano dire di no.

Da chi è composta la casa editrice? Quali sono i criteri di selezione?

La casa editrice è composta da una decina di professionisti di diversi campi. Tutti amanti delle buone letture. Persino quando ci riuniamo per parlare di numeri, finiamo per discutere di libri, perché i libri sono la nostra passione. Per Taut il lettore è al centro della scena, è come se facesse parte dello staff.  La selezione è spietata perché facciamo pochissimi titoli all’anno. I criteri sono semplici: qualità, sensibilità della scrittura e spessore cerebrale. 

Lei è autore affermato, critico letterario.  In che direzione sta andando la poesia in questo particolare contesto storico?

La poesia è in ottima forma, lo vediamo anche con i giovani poeti di Planetaria e con il nostro secondo titolo, l’ultimo libro di un grande autore contemporaneo, finora poco conosciuto in Italia: Víctor Rodríguez Núñez, un poeta cubano che insegna da tempo negli Stati Uniti. La poesia torna a dare priorità a fantasia e ricerca linguistica, piuttosto che alle prescrizioni ideologiche o al sentimentalismo standard. La poesia torna concreta, non ha paura a parlare di amore, di puzze, di animali – perché la bravura del poeta si manifesta proprio sui temi più semplici e con gli ingredienti più mansueti. La metrica è variegata, passa dal verso breve e musicale all’ipermetro e alla prosa poetica. 

Cosa ne pensa della realtà dei social? Sono uno strumento efficace per chi vuole emergere?

I social sono uno strumento di grande efficacia promozionale (lo ha dimostrato il caso Cambridge Analytica), ma sono anche una trappola per chi crede che siano altro che un mezzo. Non possono sostituire la complessità dei rapporti umani. Come con il telefono, con la televisione, con la radio, dipende dai contenuti che immettiamo. Se è vacuità, restituirà vacuità. Chi crede di emergere (sic) utilizzando solo i social (cioè mettendo in mostra la propria intimità con linguaggi prêt-à-porter) avrà un risveglio amaro. Taut ha quasi esaurito le prime tirature (per ogni titolo stampiamo almeno 400 copie) anche grazie al tam tam sui social, ma siamo certi che il lettore vada convinto dimostrando il proprio impegno attraverso la qualità delle proposte. Spero che, con il tempo, tutti imparino a utilizzare questi mezzi per veicolare informazioni pregnanti piuttosto che le tristi foto dell’autore dal dentista. 

Quali sono i prossimi obiettivi per il vostro ‘cantiere editoriale’?

Prima di Natale arriveranno i nuovi titoli. Redattori, traduttori e artisti sono già al lavoro. Ci piace partire per tempo, senza fretta, per goderci ogni passaggio.  

In copertina: Alberto Pellegatta
immagine @ Dino Ignani