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SIENA – Palio, torri ed antiche leggende

“Siena, poi, l’ho trovata quale la descrivono, singolarissima per ciò che rimane del medioevo, che, per la verità, è quasi il tutto; un Duomo magnifico da starci dell’ore a guardarci dentro e fuori una quantità di palazzi quasi d’uno stile suo…” .

Così Alessandro Manzoni, in una lettera alla sua seconda moglie nell’anno 1852, descriveva Siena.

Come non condividere con il Manzoni questa descrizione pittoresca? Siena è un luogo dai toni decisi, come il carattere dei suoi abitanti e i colori della sua bandiera. Sorvegliata da colline che la costeggiano e la proteggono, la città è una continua sorpresa: le ripide scalinate, i vicoli antichi che la percorrono e le pietre della pavimentazione del centro storico ne fanno una perla medievale perfettamente conservata.

Palazzo Pubblico e la Torre del Mangia

Una perla che si raccoglie intorno alla sua piazza a forma di conchiglia: Piazza del Campo, una delle più belle d’Europa, patrimonio dell’umanità Unesco. La forma di conchiglia, divisa in nove spicchi, converge verso il Palazzo Pubblico, al cui fianco svetta l’imponente Torre del Mangia (alta ben 88 metri) che include anche il museo civico. Dalla torre c’è una visione a 360 gradi della città, che riassume la sua importanza e imponenza avuta nel corso dei secoli.

Ma perché Torre del Mangia? Giovanni Duccio, il primo custode della Torre, amava sperperare i denari guadagnati nelle osterie della città: questo fatto, insieme al suo amore smodato per il cibo senese (come dargli torto?!) gli procurarono il soprannome di mangiaguadagni. Da allora, il nome identifica la torre del Palazzo Pubblico di Siena.

Palazzo Pubblico - la facciata con le bandiere delle contrade

La Torre fu costruita tra il 1325 e il 1348 dai fratelli Francesco e Muccio di Rinaldo, che furono diretti dal maestro Agostino di Giovanni.

Su ogni luogo o palazzo di Siena aleggia un alone di mistero. Secondo una leggenda che si tramanda da secoli, i quattro angoli della Torre contengono delle monete portafortuna con incise lettere ebraiche e latine. Quest perché per le credenze popolari ciò difendeva da fulmini, sventure e sciagure.

La grande campana installata nel 1666 sostituì quella del 1349. Pesa 6760 chili e si trova sopra la cella campanaria. Il suono più gradevole è prodotto quando viene battuta con il tradizionale batacchio a mano (solo nei giorni del Palio). Negli altri giorni la campana viene suonata da un sistema automatico in vigore dal 1379. 

Gli affreschi della Biblioteca Piccolomini: video di Ian Odgers

Palazzi severi convergono nelle vicinanze della piazza, come il Palazzo della Mercanzia o il Palazzo Piccolomini, con la sua biblioteca ed i magnifici affreschi rinascimentali.

Viandanti, mercanti e bancarelle costeggiano e invadono la piazza coinvolgendo turisti, residenti e curiosi.  L’atmosfera è quasi surreale: le lancette dell’orologio tornano indietro senza freni e trasportano i visitatori in scenari da cartolina e da film in bianco e nero.  

Ammirando le bellezze di via Banchi di Sopra si incontra Palazzo Tolomei, il più antico di Siena (del 1205), poi la Chiesa di San Cristoforo e di Santa Maria, per arrivare all’Oratorio di San Bernardino.

Un’altra meraviglia senese è il palazzo duecentesco di Sant’Agostino, con “La maestà” di Ambrogio Lorenzetti. Dello stesso artista è l'Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo, un ciclo di affreschi conservato presso il Palazzo Pubblico.

Ambrogio Lorenzetti, Effetti del Buon Governo in Città (1337)

Durante la passeggiata si possono ammirare caffè eleganti e pasticcerie di lusso, ove degustare ricciarelli, amaretti, panforte, panpepato, paste di mandorla ed altre leccornie locali. E per il pranzo? Si può scegliere magari un piatto di pici (pasta lunga, tipica, con acqua e farina) all’aglione (aglio del posto, dalle enormi dimensioni), o al ragù di chianina. 

Durante la passeggiata si incontra la Fontebranda, riportata nelle cronache sin dal 1081. In origine era formata da tre grandi vasche: la prima conteneva l’acqua da bere, la seconda, alimentata con l’acqua che fuoriusciva dalla rima, serviva per abbeverare gli animali; la terza, con le acque di rifiuto delle altre, era utilizzata da mugnai, tintori e conciatori. Oggi la Fonte, oltre ad essere un luogo ove rilassarsi ammirando le sue bellezze, contiene dei pesci colorati dal blu carta da zucchero all’arancio. La spensieratezza della mente qui avvolge l’anima.

Fontebranda

Proseguendo, lungo il percorso si può visitare il Duomo, fiore del gotico italiano con rivestimento in marmo bianco e nero e il suo campanile, il Battistero, il Museo dell’Opera Metropolitana e la Pinacoteca Nazionale, custodi di segreti e numerosissime opere d’arte.

Ma oltre alle bellezze architettoniche e alle prelibatezze culinarie, Siena è conosciuta nel mondo per il suo Palio che ospita due volte l’anno, il 2 luglio e il 16 agosto.

La gara rappresenta il fulcro dell’attività e della socialità cittadina. Il Palio, curioso e strano allo stesso tempo, con toni di antico e pieno di storia, coinvolge cittadini, turisti e curiosi da tutto il mondo, in uno spettacolo unico ed avvolgente come la sua città.

In copertina:
Vincenzo Rustici, Caccia ai tori in piazza del Campo, 1585 circa