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MARIA ELENA WALSH - Una vita segreta e meravigliosa

María Elena Walsh fu una scrittrice argentina, poetessa, sceneggiatrice, cantautrice, compositrice e tragediografa argentina, nata il 1 febbraio 1930 presso la città di Ramos Mejia, nella provincia di Buenos Aires.

Il luogo dove viveva era, all’epoca, una zona ancora campestre, molto verde e tranquilla: oggi è divenuta una grande città. La stazione ferroviaria fu inaugurata a settembre del 1858 e fu la prima ad essere installata fuori dai confini dell'attuale Capitale Federale. 

La famiglia Walsh nel 1930

Suo padre, Enrique Walsh, era figlio di immigranti di origine irlandese e lavorava come capo contabile della linea Sud-ovest. Era vedovo, con quattro figli adolescenti, sposato in seconde nozze con Lucia Elena Monsalvo, un'argentina amante della natura, figlia di padre argentino e madre andalusa. Insieme, ebbero due figlie: Susana e María Elena, di cinque anni più piccola.

Suo papà suonava il piano e cantava canzoni della tradizione orale anglosassone che aveva ascoltato da bambino. Fu lui che introdusse la piccola María Elena a quel canzoniere popolare e ai giochi linguistici che caratterizzano il nonsense britannico: una delle principali fonti di ispirazione da cui lei trarrà, successivamente, l'uso dell'assurdo come una risorsa umoristica essenziale per la sua opera.

I suoi genitori erano persone dotate di grande sensibilità verso l'arte, la lettura, la musica. María Elena crebbe quindi circondata da musica, libri e film del neonato cinema sonoro, negli anni dorati del musical hollywoodiano.

Fu educata con maggiore libertà rispetto all'educazione tradizionale delle bambine dell'epoca. Fatto che sicuramente segnò un suo distanziamento ideologico dalle aspettative e dagli stereotipi imposti dalla società e dalla cultura a qualunque ragazzina di quei tempi.

A 12 anni entrò a far parte della Scuola d’Arte Manuel Belgrano di Buenos Aires che, a differenza della maggior parte degli istituti di scuola media degli anni Quaranta, offriva una proposta educativa più liberale. La sua adolescenza e gioventù furono difficili:  era timida e ribelle, leggeva molto.

A 15 anni pubblicò il suo primo poema. A 17, prima di terminare la Scuola Nazionale di Belle Arti, dove entrò successivamente come insegnante di Disegno e Pittura, finanziò con i propri risparmi la pubblicazione del suo primo libro, Otoño Imperdonable.

Questa raccolta poetica riuniva testi scritti da lei tra i 14 ed i 17 anni e richiamò l'attenzione del mondo letterario ispano-americano, sia per il suo stile che per la maturità espressiva. In quello stesso anno morì suo padre.

La scrittura smise di essere quella pratica comune, dal carattere passeggero, che caratterizza la vita di qualunque adolescente, per imporsi in maniera significativa e decisiva nel suo futuro. Precocemente, divenne indipendente allontanandosi dalla casa di famiglia.

Nel 1948 giunse in visita in Argentina il celebre scrittore spagnolo Juan Ramón Jiménez. Impressionato dall'opera della giovane poetessa, l'invitò a trascorrere una stagione presso la sua casa negli Stati Uniti e le offrì una borsa di studio per assistere a corsi nell'Università del Maryland, in qualità di uditrice.

Rientrata in Argentina, María Elena tentò la fortuna come insegnante di inglese. Insoddisfatta e delusa per la mediocrità, l'invidia regnante e l'inclinazione al pettegolezzo nell'ambiente letterario – difficolta rafforzate dalle circostanze politico-culturali in cui versava il Paese – decise di abbandonare il suo destino di giovane promessa letteraria ed intraprende un viaggio iniziatico insieme a Leda Valladares, prima in America Latina e, più tardi, nella Parigi del dopoguerra, dove risplendeva il vecchio varieté.

Le due percorsero varie città europee, interpretando musica folcloristica; ottennero un grande riconoscimento del pubblico e registrarono alcuni dischi. A quell'epoca,  Maria Elena cominciò a scrivere versi per bambini e, nell’ambito del folclore nazionale, lasciò il segno anche nella "canzone infantile d’autore”: questo fu il suo periodo più produttivo, originale, e quello per il quale viene maggiormente ricordata.

Una volta tornata a casa, realizzò programmi televisivi per bambini ed adulti, percorse il nord del Paese cantando con Leda Valladares e lanciò spettacoli teatrali per bambini: tali attività le permisero di entrare in contatto con interpreti e compositori di grande fama.

Morì il 10 gennaio 2011. A tenerle la mano vi era la sua compagna, la fotografa Sara Facio.

Nella sua camera da letto, tuttora si trova la sua vecchia biblioteca pendente di corda di iuta. Qui, tra i suoi libri ancora disorganizzati, possiamo ripercorrere la grande varietà delle sue opere. Il suo vecchio giradischi riposa in un angolo. Fatto di legno di bambù e plastica riciclata, è ricoperto da una fitta coltre di polvere; lì accanto, un mucchio di vinili e CD.

Nel suo ultimo libro Fantasmas en el parque, pubblicato nel 2008, rivelò cose della sua vita privata, delle limitazioni che le imponeva la dittatura militare argentina, del suo grande amore per Sara Facio, della sua lotta contro la malattia, della vecchiaia e della morte, confessando anche che le sarebbe piaciuto essere ricordata come qualcuno che voleva dare allegria agli altri.

E così è ricordata da tutti noi.

In copertina: Maria Elena Walsh

Immagini: Fundación Maria Elena Walsh