EDUARDO DÍEZ – Nei suoi dipinti i colori del Cantabrico
Pittore spagnolo di fama internazionale, Eduardo Díez è un puro talento la cui arte ci rivela una grande attrazione per la natura e soprattutto per il mare, per il quale dice di avere una vera e propria venerazione. L’ho conosciuto all’inaugurazione della sua mostra personale intitolata Marinas y Paisajes, avvenuta in autunno presso la Casa de Cantabria di Madrid e, visionando i suoi dipinti, ho avvertito una sintonia immediata con la sua arte dalle pennellate decise ma anche a tratti sfumate, dai colori spesso scuri, tipici della sua terra bagnata dal Mar Cantabrico. Le sue sono immagini che descrivono i vuoti e le desolazioni dell’animo umano di fronte all’Universo, dell’uomo che osserva sorpreso il mistero che lo avvolge e la potenza della natura che illumina quanto di più profondo e intimo si annida nelle emozioni. Ho quindi voluto approfondire direttamente con lui alcuni aspetti del suo lavoro.
Eduardo, come e quando è nata la tua passione per la pittura?
Da sempre ho ammirato l’arte in tutte le sue sfumature: musica, scultura, pittura. Però, fino alla fine degli anni ’70, questa ammirazione per l’arte rimaneva, appunto, solo pura e semplice ammirazione. Spronato da mia moglie, ho iniziato a dipingere. Copiavo paesaggi dai libri o dalle riviste imparando, da autodidatta, a mescolare i pigmenti e a ricreare quel che vedevo sulla tela. Ciò che consideravo un hobby a quell’epoca, durò purtroppo poco, in quanto il mio lavoro di tecnico presso alcune imprese multinazionali mi impegnava molto. Ripresi a coltivare questa mia passione qualche anno più tardi, nel 2007 quando, avendo perduto mia moglie e avendo lasciato il mio lavoro, cambiai vita.
Quando tornai alla pittura vidi che non ero più in sintonia con le immagini che mi erano servite da esempio, con i colori, l’ambiente che si era creato nei dipinti, con la forma delle onde. Gli alberi, e persino la corrente del fiume, non erano assolutamente come li vedevo io. Così decisi di abbandonare l’utilizzo delle fotografie come modello, e iniziai a dipingere seguendo le mie idee, le mie visioni, i miei ricordi. Mi sentivo più a mio agio in questo modo. La fotografia prendeva forma nella mia mente e non era statica ma si muoveva con me. Tutto ciò rendeva molto più dinamica la mia pittura e mi aiutò a sviluppare la mia creatività.
Credo che fu questo il momento in cui iniziò la mia vera e propria passione per la pittura, perché stavo creando arte con quanto scaturiva dai miei ricordi, che rappresentavano la mia vita.
Molti critici d’arte, spagnoli e stranieri, si sono interessati alle tue opere e sei stato invitato a esporre in diversi luoghi: Bosnia, Svezia, Portogallo, Italia, molto spesso in Romania. Secondo te, cosa spinge le persone ad appassionarsi alla tua opera pittorica?
Credo che si avvicinino alle mie opere perché queste sono il risultato di una miscela di elementi che creano empatia nell’osservatore. A tutti piacciono i paesaggi marini o quelli terrestri, i boschi, i fiumi, la natura in genere. Cerco di esprimere in maniera libera ciò che ho vissuto, non limitandomi a quanto dettato dalle tecniche dell’arte pittorica. Le regole sono fatte per essere infrante.
Dipingi quadri la cui protagonista è sempre la natura: il cielo, il mare, soprattutto quello Cantabrico. Ci puoi spiegare il motivo di questa tua scelta?
Sono un amante della natura, soprattutto del mare. Ho vissuto per molti anni vicino al mare, sia sul Mar Cantabrico - nel Nord della Penisola Iberica - sia nel Mediterraneo. La parte Nord della Spagna la conosco perfettamente, considerando gli innumerevoli viaggi che ho fatto lungo tutta la costa. Il mare, o la mar come dicono i pescatori del Paese Basco in cui sono nato (Santurce), è il protagonista indiscusso di molti miei quadri. Il mare ha una vita tutta sua: è furioso e temibile, è dolce e tenero, è scuro e tenebroso, però a volte è anche trasparente e brillante. Il mare è multicolore, fiero e, nel contempo, paziente. Credo che una delle migliori visioni marine sia la sua solitudine e la sua pacatezza, e questo ci riporta a una sensazione di benessere psico-fisico, ci rilassa.
L’arte in genere è considerata un bene intangibile, e pertanto si potrebbe pensare non necessaria. In realtà, l’arte è imprescindibile dalla nostra vita. Perché, secondo te?
Ho approfondito il significato della parola “Esteta” non molto tempo fa. Per Esteta si intende chi considera l’arte come un valore essenziale. Dal momento in cui l’uomo è comparso sulla terra è esistita l’arte, espressa in varie forme, esattamente come è da sempre esistita l’esigenza di credere in uno o più dèi. La necessità di creare e di credere in qualcosa è senz’altro innata nell’essere umano.
Ci vuole coraggio ad essere artisti al giorno d’oggi?
Assolutamente sì: ci vogliono coraggio e pazienza, molta autocritica e grande sostegno da parte dell’ambiente in cui ti muovi. Aiuta moltissimo essere economicamente indipendenti.
L’arte per te è soddisfazione personale o condivisione?
Entrambe, anche perché l’una porta necessariamente all’altra. Per me, attualmente, significa grande soddisfazione personale. E questa credo provenga dalla necessità di condividere con gli altri le mie opere perché ne godano appieno e, soprattutto, affinché possano recensirle, e io possa poi far tesoro delle critiche e migliorarmi.
Hai un sogno nel cassetto che ancora non hai realizzato?
Sognare ad occhi aperti è un esercizio gratuito. Da un lato stimola la mente perché aiuta a pensare a come raggiungere un obiettivo, un sogno. Dall’altro, se non si riesce a realizzare questo obiettivo, non ci si sente delusi, perché si è trattato di un sogno, di un’illusione. Io sono ottimista per natura. Durante il mio periodo lavorativo, sognavo sempre a occhi aperti di ricoprire un posto importante in una grande società, e vi riuscii. Bisogna essere tenaci, lavorare molto e bene, avere idee proprie, migliorare i metodi. Anche ora continuo a sognare, e mi piacerebbe esporre le mie opere in Russia (Mosca, San Pietroburgo). L’ho sognato nel 2016. Però, forse, l’ho sognato mentre dormivo!
Prima di salutarti, un’ultima domanda sui tuoi progetti futuri…
Progetti ne ho tantissimi e sto lavorando affinché si realizzino. Farò due mostre personali, una al Castello della Regina Maria a Balchik, nel Nord della Bulgaria, e un’altra in Romania. Seguitemi!
Eduardo Díez, con le sue parole, ha illuminato la nostra lettura immergendoci in un mondo fatto di sentimento e di contemplazione. Ha posto l’accento sulla natura che abitiamo e che spesso, presi dal vortice della vita moderna, non riusciamo pienamente a godere.
In copertina: Tarde borrascosa
immagini per gentile concessione di Eduardo Díez