Parlare di un libro appena letto, ancora in preda alle emozioni suscitate dal racconto, non è mai cosa buona o, quantomeno, rende chi scrive un po’ meno oggettivo di quanto dovrebbe esserlo chi si appresta a fare una recensione. Ma, dal momento che il vero punto di forza di questa “climate fiction” ultra-realistica è proprio la capacità di far sentire il lettore totalmente coinvolto nel racconto, sia nella prima parte del libro quando vengono toccate le corde “positive”, suscitate emozioni di speranza, fratellanza, utopia idealistica, sia quando, nella seconda parte del romanzo, vengono sensibilmente scosse le corde della paura, della tensione, della disperazione finanche della rassegnazione, allora mi permetterò di essere meno formale e cercherò di suscitare negli altri potenziali lettori la curiosità che, vi assicuro, sarà poi ripagata dalla lettura del libro.