PALAZZO SAN JOSÉ – Storia, ricchezza e sontuosità

PALAZZO SAN JOSÉ – Storia, ricchezza e sontuosità

Palazzo San José, situato nella provincia di Entre Rios, in Argentina, fu la residenza del Generale Justo José de Urquiza, il primo presidente costituzionale del Paese. Caratterizzato da un’armoniosa architettura, giace circondato da parchi e da un bel lago. Nel 1935 fu dichiarato “Monumento Storico Nazionale”.

Il suo proprietario, Justo José de Urquiza, nato nel 1801 nelle vicinanze di Concepción del Uruguay, lavorava insieme a suo padre per la corona spagnola e possedeva vaste estensioni di terra nella regione.

Alla morte dei suoi genitori, ereditò un importante commercio di carne, fertilizzanti, grasso per saponi e candele, che venivano esportati anche negli Stati Uniti ed in Europa in imbarcazioni le quali, successivamente, rientravano cariche di materiali destinati principalmente alla costruzione di questo palazzo.

Dotato di un insaziabile istinto commerciale e di una fortuna personale importante, nella decade del 1820 decise di entrare in politica e venne eletto, per ben cinque volte, governatore di Entre Ríos, oltre che primo presidente costituzionale della Confederazione Argentina.

L’ingresso principale

L’ingresso principale

La residenza venne edificata all’interno di una vasta estensione, destinata in gran parte a parchi. Ai lavori di costruzione parteciparono architetti di rilievo, quali Jacinto Delleplane e Pedro Fossati. Il palazzo non riflette uno stilo artistico ben preciso:  presenta, in realtà, un’armoniosa miscela tra stile coloniale e rinascimento italiano, in un’unione che combina bellezza e solidità. Le sue pareti furono realizzate con mattoni di cotto collocati con calce e, nelle grate e portoni, dominano ornamenti in ferro battuto.

Un viale ampio, costellato ai suoi lati da imponenti alberi di eucalipto, conduce all'ingresso principale e, dopo aver attraversato giardini e cortili, termina sulle rive di un laghetto artificiale.

Il portone principale, in ferro battuto, conduce al cosiddetto Giardino Esotico, che ospita alberi provenienti dall’Australia e dalla Cina oltre a due enormi voliere che, in passato, albergavano uccelli del luogo. Subito dopo appare il Giardino Francese, con le sue aiuole simmetriche e due fontane ricoperte in piastrelle di ceramica. Da qui, un marciapiede conduce alla facciata principale della residenza, in stile postcoloniale con due torri simmetriche ed una galleria di archi.

Un grande cortile centrale, circondato da gallerie, conduce a sinistra verso la stanza d’ingresso, dove alzando lo sguardo si può ammirare un soffitto rivestito da specchi francesi: nella sala si trova un pianoforte a coda tedesco, che delizia i turisti durante la loro visita. Sulla destra è posta una scrivania: da qui Urquiza conduceva i suoi affari e la sua attività politica. A questo luogo avevano accesso esclusivamente familiari ed invitati.

Il salone degli specchi

Il salone degli specchi

Proseguendo alla scoperta del palazzo, chiamato così per la sua ricchezza e suntuosità, si susseguono una serie di stanze destinate a camere da letto per la famiglia e per i celebri ospiti. La camera da letto principale, oggi conosciuta come stanza della tragedia, è il luogo dove il Generale Urquiza venne assassinato tra le braccia di sua figlia.

Seguendo un  percorso interno, si giunge fino all’ampia sala da pranzo che ospita un tavolo enorme, in grado di accogliere oltre trenta persone. Alcune vetrine ospitano porcellane cinesi decorate con il volto del Generale. Completano l’arredamento una preziosa cristalleria, argenteria e diverse opere d'arte.

La superba “mansione” fu fatta costruire dal Generale come dimora per sua moglie, Dolores Costa, e per la sua numerosa famiglia. Fin dal principio, fu simbolo di ostentazione e lusso, in estremo contrasto con il particolare momento storico che l’Argentina stava vivendo. Arricchiscono la residenza quattro gallerie, formate da colonne toscane decorate con soldati di marmo bianco di Carrara e nero di Genova.

La cucina ottagonale

La cucina ottagonale

Proseguendo il percorso a piedi fino alla parte posteriore dal palazzo, si giunge al cortile del pergolato, il luogo dove vivevano gli impiegati. Qui, si concentravano le attività di servizio e la cucina. Quest’ultima fu uno spazio vitale per la vita del palazzo. Vi si preparavano conserve, dolci, pasta ed altri prodotti in quel momento sconosciuti al popolo. Protagonista di questo spazio è una cucina in ferro di forma ottagonale decorata da dettagli di bronzo, con quattro fornelli e tre forni. Un esemplare unico, per quel periodo.

Giungendo alla fine del percorso del palazzo, si accede attraverso un arco al giardino posteriore, dove due ampi viali conducono al lago e ad altri luoghi della residenza. All’incrocio di questi viali, si possono apprezzare i busti di marmo di Napoleone, Giulio Cesare, Hernan Cortés ed Alessandro Magno.

A poca distanza è situata la cappella di San Giuseppe, con il suo oratorio ottagonale e una cupola la cui facciata interna è dipinta dall'artista Juan Blanes, mentre l’esterno è ricoperto da piastrelle di enorme bellezza.

La cupola della Cappella di San Giuseppe

La cupola della Cappella di San Giuseppe

A conclusione del percorso, si arriva fino al lago artificiale attraverso un viale puntellato da orti ed alberi da frutto. Lo specchio d’acqua, di ampia superficie e profondità, è circondato da un muro robusto e da due importante moli. Il Generale amava molto la sua barca a vapore, chiamata San Cipriano: un luogo speciale dove riceveva amici ed organizzava feste.

Una visita davvero interessante, quella di Palazzo San José, che porta a scoprire i reconditi segreti della vita quotidiana di un’epoca in cui l'opulenza era protagonista.

In copertina: porcellana cinese raffigurante il Generale Urquiza

(Immagine: TitiNicola)

 

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