VERGA, D’ANNUNZIO E PASCOLI – Come comunicherebbero oggi?
Tutti noi, almeno per un periodo della nostra vita, abbiamo studiato letteratura e quindi imparato le diverse tecniche narrative degli autori di rilievo che hanno segnato le varie epoche letterarie.
L’inizio del XXI secolo si è caratterizzato per la rivoluzione tecnologica e l’avvento delle reti sociali, che hanno comportato un cambiamento nel modo di comunicare, scrivere, leggere ed esprimersi, contribuendo a far sentire i giovani ‘disconnessi’ dalle realtà letterarie anche solo del secolo precedente.
È per questo che, a partire da un’idea che abbiamo sviluppato a scuola, ho voluto immaginare come tre grandi autori quali Giovanni Verga, Gabriele D’Annunzio e Giovanni Pascoli avrebbero trasmesso le proprie visioni del mondo nella società contemporanea.
Giovanni Verga, considerato il massimo esponente del Verismo, nei suoi testi narra il vero piuttosto che rappresentarlo. La sua narrativa si caratterizza, quindi, per essere impersonale, abolendo il narratore onnisciente. L’autore regredisce, così, dal suo stato di elevazione culturale per mimetizzarsi con il contesto di cui si narra. In base a queste premesse, si potrebbe ipotizzare che al giorno d’oggi Verga narrerebbe le sue storie attraverso filmati e fotografie, vale a dire i mezzi di comunicazione che permettono il maggior grado di oggettività. Lo scrittore si recherebbe ad Aci Trezza per scattare fotografie della casa del nespolo, della Provvidenza, dei lupini e dei Malavoglia. Per rendere la narrazione più dinamica, filmerebbe un giorno nella vita del paese solo attraverso una finestra e lo posterebbe su Instagram, YouTube e Facebook. Non a caso, già nel XIX secolo i realisti (veristi e naturalisti) - tanto in pittura come in letteratura - abbracciarono l’invenzione della fotografia.
In Gabriele D’Annunzio, esponente del Decadentismo, la concezione dell’arte subisce un’evoluzione: l’estetica dannunziana viene intesa come culto della bellezza e come valore assoluto, al di sopra dei valori morali; la fase superomistica integra la definizione precedente, utilizzandola anche a scopi propagandistici. D’Annunzio, quindi, farebbe l’influencer su Instagram, rivolgendosi ai suoi followers in una dialettica divulgativa ricca di simboli. Curerebbe minuziosamente l’estetica del feed e pubblicherebbe stories contenenti versi delle sue poesie con un sottofondo di suoni. Per esempio, la prima strofa de La pioggia nel pineto potrebbe essere accompagnata dal rumore delle gocce d’acqua che cadono. Inoltre, presenterebbe un programma in televisione intitolato Il vivere inimitabile, ispirato alla moda già diffusasi alla fine dell’Ottocento, nel quale leggere le sue poesie e fornire agli spettatori pillole su come essere come lui.
Giovanni Pascoli, anche lui decadentista, elabora una concezione dell’arte più centrata sulla ricerca dello stupore, dell’innocenza e della capacità di meravigliarsi tipiche dei bambini, descrivendo “il fanciullino” che ognuno di noi ha dentro di sé. Secondo il suo pensiero, attraverso questo tipo di conoscenza pre-razionale della realtà, si possono capire i misteri del mondo. È per questo che Pascoli dà dignità alle piccole cose e si propone come cantore delle realtà più umili, facendo uso frequente del linguaggio analogico e delle onomatopee. In virtù di quanto appena descritto, Pascoli nel 2021 continuerebbe a scrivere ma canterebbe le sue poesie accompagnato da una chitarra: sarebbe, insomma, un cantautore dei nostri giorni. Diffonderebbe la sua musica attraverso Spotify, ma anche attraverso YouTube e TikTok, con dei video girati in campagna volti a mostrare la natura e i momenti della vita quotidiana in un contesto rurale. Inoltre, sarebbe attivo nella lotta contro il cambiamento climatico, allo scopo di conservare la natura, fonte dell’essenza umana.
Questo divertente esercizio si potrebbe ripetere all’infinito, trasportando ai nostri giorni tutti gli autori che hanno contribuito, attraverso le loro opere, a costruire la storia della letteratura. Una letteratura spesso percepita come qualcosa di molto distante dalla nostra vita, sia per il linguaggio che sembra ‘antico’ ai tempi nostri, sia per i temi universali di cui tratta. Tuttavia, gli esempi sopra descritti ci dimostrano come questa possa essere invece ‘decifrata’, compresa e - anche grazie ai temi universali - sia sempre riconducibile alla modernità e applicabile alla nostra continua evoluzione.
In copertina: La pioggia nel pineto (GIF)
© Kiko Zambianchi (Pinterest.it)