TRIESTE - La perla del golfo
Trieste è racchiusa in un golfo che abbraccia il suo territorio e accoglie i visitatori come una mamma d'altri tempi. Non importa se non hai avvisato per dire che avevi amici a pranzo, la città sarà sempre all'altezza delle tue aspettative e troverai sempre un luogo accogliente dove riposare dopo un viaggio.
Difficile non restarne affascinati. Il territorio è famoso per la sua struggente varietà: l'altopiano carsico sorveglia e protegge dall'alto pendii scoscesi che nascondono case ormai in declino e decine di torrenti che arrivando in città trovano riparo sotto terra e che regalano il nome a molte vie (Via di Roiano, Via Rio Martesin, Rio Spinoleto, Corgnoleto, Farneto e molti altri che aspettano pazienti qualche avventuroso indigeno o turista che sia che decida di inoltrarsi tra i querceti per scoprirli e fotografarli).
Restando nel sottosuolo, se amate le cavità ipogee potete prenotare una visita alla Kleine Berlin, un complesso di gallerie antiaeree costruito dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale e oggi diventato un originale museo. Trieste regala agli appassionati di speleologia urbana molte altre cavità artificiali e tunnel da visitare che si diramano sotto tutta la città e che vi aspettano per svelarvi i loro segreti, a volte condivisi con grotte naturali molto particolari ed apprezzate.
La grotta naturale più conosciuta è senza dubbio la Grotta Gigante in località Borgo Grotta. Il percorso turistico prevede 850 metri di camminata (scarpe comode e antiscivolo, mi raccomando) in un ambiente incredibile e che non ha uguali al mondo. Degna di nota è certamente la Grotta delle Torri di Slivia che attualmente ospita Silent Spaces, una mostra organizzata dall'associazione culturale Typos: a 70 metri di profondità la personale di Roberto Duse di cui hanno parlato tutte le testate nazionali.
Uscendo, se siete arrivati sul finire dell'estate, non ritornate subito in centro città ma indugiate nei paraggi e fate una passeggiata.
I colori dell'autunno sono un'autentica palette indescrivibile: protagonista assoluto è il sommacco che con il suo rosso intenso insanguina i prati e il sottobosco carsico regalando note di stupefacenti cromie specie quando si accoppia coi muretti a secco del Carso o quando circonda i resti dei 280 castellieri dell'età del bronzo (famoso e ben conservato quello di Rupinpiccolo, solo per citarne uno).
Restando 'su per le alte' (in Carso, appunto) fermatevi a pranzo in una delle tante osmize sparse come semi da un contadino molto generoso su tutto l'altopiano. Non sono agriturismi, sono per noi qualcosa in più: luoghi intatti di socialità, dove si trova sempre qualcuno che ha con sé una chitarra o un'armonica pronto a intonare una canzone della nostra tradizione locale. Ci piace cantare e bere bene sì, ma accompagnando con formaggi e salumi della casa i vini, rinomati e non, che ci fanno scivolare in una leggera dissolutezza complice di tanti amori nati, cresciuti e finiti nell'arco di un pomeriggio.
Noi triestini amiamo le osmize, anzi le veneriamo. Ci offrono riparo dalla calura e ristoro nei mesi estivi e quando aprono in inverno non ci facciamo mai mancare qualche fine settimana all'insegna della spensieratezza al riparo dalla Bora.
Già. La Bora. Quando arriva, arriva dalla Russia con amore apposta per noi. Non fatevi trovare impreparati: berretto, giubbotto con cappuccio e per le signore borsa a tracolla; se dovesse piovere lasciate pure a casa l'ombrello: non servirà a nient'altro che a farvi deridere dai passanti 'se vedi che no i xe de qua'. Le raffiche (i refoli) che raggiungono punte massime di 200km/h e passa vi faranno immancabilmente venire voglia di rifugiarvi in uno degli innumerevoli locali e bar.
La zona che adesso va per la maggiore é quella compresa tra Piazza Cavana e Piazza Venezia: una sorta di percorso obbligato sotto l'occhio vigile dei panduri che soddisferà i palati più esigenti. Ci sono i cupcake e tutta la pasticceria anglosassone di Mug, un angolo di paradiso dolciario stile New York che per un attimo vi farà dimenticare tutte le tribolazioni che dovrete patire per ordinare un caffè nella città del Caffè. Nero, capo, goccia, nero in b, capo in b, macchiato e altre 20 diverse declinazioni per servire la magica tazzina riescono a mettere in difficoltà il turista impreparato o l'universitario fuori sede... ma non fatevi prendere dallo sconforto, si impara presto. Accanto a Mug c'è L' Altro Gelato, il più delizioso gelato che troverete nei paraggi (il mio abbinamento preferito é liquirizia e yoghurt). E ancora ristoranti di pesce, di carne e infinite trattorie tipiche dove mangiare la carne di maiale cotta nella caldaia e tartine col baccalà; ma anche Draw, una particolarità per gli amanti delle crudité: non servono piatti caldi ma deliziose tartare e fantasiose insalate. Via Torino is the place to be per gli amanti degli aperitivi a oltranza e a breve è attesa l'apertura di Eataly sulle rive accanto al Salone degli Incanti. Questo edificio ospitava il mercato ittico e che in anni recenti è tornato a nuova vita ospitando mostre di artisti di caratura internazionale, esposizioni fotografiche, retrospettive storiche e l'evento annuale più importante: ITS, l'International Talent Support, ottima vetrina per i talenti in erba della moda.
Per le fashion victim Trieste non offre molto ma quel che c'è vale. Da Bardot troverete linee essenziali e contemporanee frutto dell'accurata selezione effettuata personalmente dalla titolare Isabella che propone brand emergenti e una limited edition di gioielli di produzione propria che ha come soggetti i monumenti e i simboli della città: una valida alternativa al solito souvenir.
Uscite da Bardot e fiondatevi da Stranomavero dove Antonella vi descriverà le sue collane e le sue spille con sinestesie irresistibili le cui spirali mi hanno sempre ricordato il culto della Grande Madre. Entrare da Stranomavero è come assecondare il nostro io primitivo che vuole raccogliere le morbide scarpe per sentirne il profumo e attingere all'albero delle collane è il ricordo di un gesto arcaico che non lascia scampo. Manila Grace, Lo Spaventapasseri e Bark sono solo alcune delle collezioni che propone in esclusiva in un allestimento curatissimo e ricercato a cui manca solo la vostra presenza.
Da zona Cavana percorrete uno dei topoi letterari della città: la salita al colle tanto cara a Umberto Saba e avventuratevi alla scoperta della Trieste medievale e romana. Prendete via Donota per ammirare dall'alto il teatro romano e le mura imperiali, incamminatevi su per via delle Monache e se trovare la porta del Monastero di Clausura aperta sbirciate dentro per vedere una delle ultime ruote degli esposti probabilmente ancora in funzione. Arrivati a San Giusto nel grande piazzale troverete i resti della basilica romana e quel che resta del propileo nascosto all'interno del campanile della cattedrale e sotterranei misteriosi che celano leggende che parlano di mummie egizie, cavalieri templari e messe nere.
Su e giù in un continuo saliscendi. E' la città che ve lo impone! Da San Giusto calatevi verso Piazzetta Barbacan, nuovo cuore pulsante del Vintage locale grazie alla presenza di Boogaloo e altre bottegucce tutte da scoprire.
Stanchi dello shopping e vi prende la voglia matta di fare attività fisica? Non mancano i percorsi ciclopedonali e poi è appena stata inaugurata una pista ciclabile di tutto rispetto che, costeggiando per buona parte il mare, attraversa la città. La Val Rosandra e le pareti di roccia della Strada Napoleonica aspettano i climber più temerari con placche calcaree e pareti ben attrezzate dove si puù arrampicare tutto l'anno complice la buona esposizione sottovento. Il Carso è perfetto per fare Nordic Walking o Trekking e le possibilità che offre il mare non sono un segreto per nessuno.
Gl'impavidi possono provare il brivido della Rampigada Santa: una gara amatoriale che quest'anno ha visto 343 iscritti che chiede di cimentarsi nella corsa a piedi o in bici su un tracciato in pavè lungo 2 km con dislivello di 300 metri con un picco di pendenza del 22%. Il record da battere è 10'03'' realizzato quest'anno. Cosa aspettate? Fatevi avanti!
E quando è la cultura a richiedere la sua necessaria e dovuta attenzione?
Dodici case editrici cittadine attive con centinaia di titoli in catalogo, innumerevoli autori locali che trattano i temi e i generi più vari e una decina di scrittori coccolati dalle case editrici nazionali. Poesia, narrativa dialettale, storia locale di ogni periodo (ultimo arrivato la "Storia di Trieste" di Nicolò Giraldi, nostra giovane promessa letteraria), storie di viaggio, archeologia e saggistica e molto altro ancora.
E poi librerie, caffè storici e associazioni culturali che offrono un ampio ventaglio di offerte di ogni tipo. Il Caffè San Marco, Il Caffè Tommaseo, Il Caffè Stella Polare sono luoghi in cui è possibile ancora respirare l'aria asburgica di cui il triestino non è mai pago e che ospitano periodicamente convegni, presentazioni di libri e mostre di artisti locali e internazionali.
Non é un segreto che Trieste sia una città culturalmente vivace basta cercare nell'agenda locale e si scopriranno spettacoli teatrali ogni giorno della settimana ospitati in teatri dialettali presenti praticamente in ogni rione.
Lo scrisse Umberto Saba "la mia città che in ogni parte è viva" e a ragione. Ogni rione ha le sue caratteristiche peculiari e se volete assaporare le diversità che la città vi offre visitate il popolare e brulicante rione di San Giacomo o raggiungete San Vito che ospita il castello Basevi dove ha sede l'osservatorio astronomico, altrimenti arrivate fino a Barcola, antico paesino di pescatori inglobato col tempo dalla città ma che ancora mantiene certe caratteristiche proprie come le stradine che si inerpicano fino a condurvi al Faro della Vittoria. Da là sopra il panorama è impareggiabile e vi permetterà di intravvedere la varietà architettonica della città. In centro, nel Borgo Teresiano, una precisa scacchiera voluta dagli Asburgo al tempo in cui Trieste iniziava la sua espansione commerciale accanto a edifici dell'800 spicca la solida e compatta architettura del Ventennio, fanno capolino edifici in stile veneziano, liberty o puramente eclettici. Un paradiso per gli amanti dell'architettura.
Last but not least: menzione speciale merita sicuramente il roseto del Parco di San Giovanni che nel 2015 ha vinto il prestigioso Award of Garden Excellence figurando tra i venti roseti più stupefacenti del mondo. Noi vi aspettiamo! E voi? Avete già le valigie pronte?
(Articolo pubblicato sul Volume 3 di CIAOPRAGA)
In copertina: la Barcolana vista dall'alto