CAPE TOWN – La città dove tornare
Quando lasci Cape Town hai un solo pensiero: quello di tornare. Ed una parola che riecheggia nella testa: hope (speranza). Arrivi con la grande curiosità che ti accompagna ogni volta che vai alla scoperta di un nuovo mondo, una nuova cultura, una nuova prospettiva che travalica il tuo orizzonte. Quando torni, insieme ai panni sgualciti dal lungo viaggio, riporti con te un bel pezzo di mal d’Africa ed un caleidoscopio di colori, profumi, sensazioni, incertezze, suggestioni, tutte diverse e contrastanti tra loro.
Definirei Cape Town la città più evoluta del Sudafrica, un paradosso in perfetta armonia, un modello di civiltà contemporanea affacciata su due oceani – l’Atlantico e l’Indiano – con Table Mountain, forse la montagna più vetusta del pianeta; 1000 metri di terreno arso quanto popolato di bellissime specie floreali, così come di simpatici animaletti locali (uno su tutti il dassi, una sorta di scoiattolo grassottello che si aggira per spiagge e città, ndr), perfettamente a picco sulla parte nodale della città: il porto.
Oggi denominato Water Front, l’ex porto adibito a tonnellaggio minore, affacciato sull’Atlantico, è un vero mix di ristoranti fusion di ogni sorta, che in tardo pomeriggio, all’ora del tramonto, si trasforma in un vero laboratorio di relax, small talk e degustazioni, tra imbarcazioni che vanno e vengono tutto il giorno alla facile scoperta della fauna marina, talmente rigogliosa da sembrarci imbarazzante. Ogni giorno, infatti, si possono prenotare le escursioni alla scoperta dei big five marini, e neppure si fa in tempo ad uscire dal porto che ci si imbatte in vellutate e lucide foche che, pacifiche, dormono in alcuni grandi pneumatici appesi sui bordi delle imbarcazioni.
Water Front è il cuore “commerciale” della città, costruito ed allestito per i Mondiali 2010 e volutamente mantenuto attivo e funzionale dalle istituzioni. Al centro, nell’area esterna sotto la luccicante ruota panoramica, si assiepa un anfiteatro con un grande parco giochi per i più piccoli, dove nel fine settimana si incontrano sempre manifestazioni gratuite. Noi ci siamo imbattuti, in una domenica nel tardo pomeriggio, in un concerto Gospel dove centinaia di persone di tutte le età ridevano, piangevano e cantavano al suono di questa armoniosa e coinvolgente musica.
Entrando nel vivo della città ci imbattiamo in edifici in stile Vittoriano ed Olandese come quelli di Long Street, dove campeggia il tipico locale autoctono Mama Africa e dove nel fine settimana si riversano tutti i giovani della città, visto il grande numero di locali aperti fino a notte inoltrata. Bokaap è invece un quartiere musulmano abitato dai discendenti degli schiavi originari del continente indiano, mentre Woodstock è l’area urbana nascente più trendy, tra ristoranti vegetariani, caffè e locali chic, ex fabbriche tutte trasformate in stile shabby e grandi murales. Famosi sono infatti l’Old Biscuit Mill e Neighbourgoods, il mercato che durante il weekend offre street food e bancarelle di artigianato. Sull’Oceano Atlantico s’incontrano, invece, le aree di See Point e Green Point, ottime per allenarsi e cenare e dove la fuliggine al tramonto profuma d’oceano: molto note come luoghi d’incontro per la comunità omosessuale.
Perdendosi lungo la costa si arriva a Clifton Beach, dove ci sono tre spiaggette a picco senza alcun servizio, molto selvagge e ben frequentate dai residenti. Proseguendo si arriva a Camps Bay, una vera chicca sull’Atlantico. Andando invece sull’altro versante, quello dell’Oceano Indiano, si ha il piacere di imbattersi in un surreale paradiso dei surfisti, degli amanti del padelling, del kajak e di tutti coloro che sfidano l’onda alta e gelida ed il pericolo, se pur sorvegliatissimo, degli squali.
Partendo dall’ultimo lembo del Sudafrica, Cape of Good Hope (Capo di Buona Speranza) – dove si rimane estasiati dalla straordinaria profusione dei due oceani e dove il Baboon è padrone di casa assoluto – si risale lungo la meravigliosa Boulders Beach, la famosa spiaggia dei pinguini: un‘incantevole area protetta, dove ci si può aggirare in una natura mozzafiato, tra i pinguini stessi, trovandone addirittura qualcuno a deporre gelosamente le uova. Poco più in là s’incontra la spiaggia più lunga e bella in assoluto, Muzemberg: un cult per gli amanti della tavola da surf e dell’onda.
A soli 50 chilometri da Capetown troviamo invece Stellenbosch, nota per l’università e per la degustazione dei vini: il cuore enologico del Sudafrica. Chiaramente la natura mozzafiato non tralascia i safari di ogni genere: dalla Inverdoorn Game Reserve, all’Aquila Safari, all’African Budget Safaris.
Da un punto di vista naturalistico, Cape Town è come vivere in un documentario ed i suoi cittadini, così come le istituzioni, sono costantemente impegnati nella cultura della salvaguardia, della conservazione, del risparmio di energia ed acqua, del riciclo come fonte di ricchezza e del saving hope. Per questo, nella più banale delle quotidianità, nessuno smette mai di ripetere a se stesso: ”Noi celebriamo ogni giorno il Mandela day”. Grazie, infatti, a Nelson Mandela ed alla sua feroce battaglia contro le disuguaglianze, oggi Cape Town è un faro nella nebbia. Un posto dove andare e poter godere della vita. Un posto dove poter tornare.
In copertina: veduta aerea di Cape Town