REEFSLEEP - Una notte sulla Grande Barriera Corallina
Giovedì mattina: inizia l’ennesima giornata uggiosa di questo autunno inglese, reso ancora più grigio dal clima surreale di un isolamento forzato che si protrae ormai da mesi.
Mentre sorseggio il primo caffè della giornata, ancora non del tutto sveglia, le dita impegnate in uno zapping semiautomatico tra le varie reti sociali, il mio sguardo scivola distrattamente sullo schermo del cellulare.
All’improvviso, sul mio profilo Facebook appare una “memoria” dello scorso anno… e subito mi ritrovo catapultata indietro nel tempo, una luce intensa a scaldare i miei ricordi.
Lo scatto mi ritrae insieme a due cari amici, Ivano e Daniele. Siamo in partenza dall’aeroporto di Brisbane per Airlie Beach, nella zona delle isole Whitsunday. Da lì, il giorno dopo, ci imbarcheremo su un catamarano per raggiungere Hardy Reef e trascorrere la notte su una piattaforma galleggiante, situata a ridosso della Grande Barriera Corallina australiana. Non vediamo l’ora!
Il viaggio di un’ora e mezza trascorre veloce ma d’altronde, con questi compagni di viaggio, il tempo passa sempre troppo in fretta. Ci conosciamo da sempre e abbiamo condiviso mille avventure. Anche la loro vacanza in Australia fa parte di un rito che si ripete ormai da tempo. Negli ultimi anni, insieme a mio marito, abbiamo vissuto per lavoro in diversi paesi. Ogni volta, giusto il tempo di insediarci nella nuova destinazione ed eccoli qui, gli onnipresenti Ivano e Daniele, a farci visita: Londra, Praga, Hong Kong, Madrid. Non poteva di certo mancare l’Australia!
Dopo una nottata in allegria trascorsa a Airlie Beach, ci svegliamo presto per raggiungere l’imbarcazione che in tre ore ci condurrà a Heart Pontoon. Tra le varie escursioni possibili da Gold Coast (il mio luogo di residenza in Australia), il Reefsleep ci è sembrata l’opzione più interessante. In effetti, non capita tutti i giorni di pernottare su un pontile galleggiante a 39 miglia nautiche dalla costa del Queensland…
Il viaggio attraverso i meravigliosi paesaggi naturali delle Whitsunday, inclusa una breve tappa nell’esclusiva Hamilton Island, è reso poco piacevole a causa dell’oceano molto mosso: per fortuna, le pastiglie per il mal di mare prese prima di partire ci aiutano a superare la traversata senza incidenti. Essendo fine ottobre, siamo già fuori stagione per avvistare le megattere, che da aprile a settembre popolano questo tratto di mare. Tuttavia, il susseguirsi di spiagge bianchissime e isolotti, in una miriade di tonalità tra il verde e l’azzurro, non ce ne fa sentire la mancanza.
Raggiungiamo il pontile verso le 11 del mattino. Siamo circa 300 e subito la piattaforma brulica di attività.
Sul sito di Cruise Whitsundays - l’operatore tramite il quale abbiamo prenotato il viaggio - si legge: “Reefsleep è un incontro di due giorni e una notte con la Grande Barriera Corallina: un'opportunità intima e irripetibile per dormire sotto le stelle”.
Durante il soggiorno sul reef è possibile nuotare, oppure fare immersioni subacquee e snorkelling sotto l’occhio vigile degli istruttori: attività alle quali si dedicano la maggior parte dei passeggeri appena sbarcati insieme a noi.
In alternativa – per i meno avventurosi, come me – si possono esplorare le meraviglie della barriera corallina utilizzando una barca semi-sommergibile dal fondo trasparente, messa a disposizione dei visitatori: esperienza che, in due giorni, ho ripetuto per ben cinque volte, scoprendo ad ogni immersione un nuovo, inaspettato dettaglio di questo magnifico mondo sommerso.
Volendo, si può anche decidere di ammirare la barriera corallina e il vicino Heart Reef dall’alto, con un volo in elicottero che può variare dai 10 minuti fino a un’ora. Oppure, semplicemente, si può scendere la piccola rampa di scale che conduce all’osservatorio subacqueo, formato interamente da pareti di vetro e, da lì, ritrovarsi di fronte a una vista mozzafiato sull’acquario naturale che circonda il pontile, avvolti da un’atmosfera ovattata, quasi irreale.
La vera esperienza, però, comincia dopo le tre del pomeriggio, appena il catamarano riparte, portando via con sé la maggior parte dei turisti. Rimaniamo in nove: oltre noi tre, una coppia di italiani in viaggio di nozze, due pensionati tedeschi e due ragazzi americani sulla quarantina.
Ivano si prepara subito per un’immersione in solitaria e Daniele si avvia verso il bar mentre io, affacciata alla ringhiera della piattaforma, osservo il catamarano allontanarsi e diventare gradualmente un puntino all’orizzonte. Trascorso qualche minuto, mi accorgo di un movimento sotto di me: a filo d’acqua ci sono due bellissime tartarughe marine, intente a mangiucchiare le alghe che si sono formate nella parte sommersa del pontile.
Scendo al piano inferiore per osservarle da sotto e, mentre mi trovo lì, si materializza la forma sempre più nitida di un pesce gigantesco: si tratta di Maggie, una maori wrasse frequentatrice abituale della piattaforma. In realtà nei dintorni ci dovrebbe essere anche George, una cernia di tre metri che si aggira spesso in zona, ma di lui neanche l’ombra.
Il pomeriggio trascorre tranquillo. Essere completamente circondati dallo spettacolo naturale di questo mondo marino, assorbendone completamente i profumi e i suoni, è un’esperienza indescrivibile.
Lentamente, vediamo il sole assopirsi nell’oceano e, mentre dalla cucina giungono i rumori della cena in preparazione, alcuni membri dello staff convertono il ponte superiore in zona-notte, allestendo delle piccole tende con un letto che si rivelerà sorprendentemente confortevole.
Per ogni ospite, vi sono a disposizione anche delle piccole torce portatiti, utili per chi ha necessità di andare in bagno durante la notte, visto che i servizi sono al piano di sotto e l’intera piattaforma si ritrova nel buio più completo a partire dalle 21.
Dopo una deliziosa cena a base di pesce e molluschi freschissimi o, per chi ha scelto il menù a base di carne, un tenerissimo filet mignon, ci fermiamo a lungo a chiacchierare con il resto del gruppo e, una volta esaurite le scorte alcoliche del bar, ci ritiriamo nelle nostre postazioni notturne.
Dall’interno della tenda, al riparo dal vento che imperversa incontrastato, una finestrella mi permette di osservare lo spettacolo immenso del cielo: mi addormento così, cullata dall’oceano e dai miliardi di stelle che si riflettono nei miei occhi…
Dopo un sonno ristoratore, l’alba giunge velocemente, e la vita intorno a noi piano piano si risveglia. Qualcuno decide di immergersi ancora una volta e godersi in tranquillità questo paradiso, prima dell’arrivo del catamarano che puntualmente, alle 11, riversa sul pontile una nuova orda di visitatori: all’ora di pranzo, la quiete della notte appena trascorsa è già un lontano ricordo, ma so già che le sensazioni di questa incredibile esperienza rimarranno vive dentro di me per molto tempo.
Il giorno successivo, mentre gli altri ancora dormono, prima di ripartire da Airlie Beach decido di concludere questo viaggio in bellezza, regalandomi un volo panoramico di un’ora con Gsl Aviation, che mi offre la possibilità di ammirare dall’alto alcuni tra gli scorci panoramici più belli d’Australia.
Innanzitutto le Whitsunday, un gruppo di 74 isolotti tropicali in cui domina, incontrastata, Whitehaven Beach: senza dubbio una delle spiagge più belle del mondo. Dopo venti minuti di volo, ecco la barriera corallina, con lo spettacolo mozzafiato di Heart Reef e, subito dopo, il pontile che ci ha ospitati, situato a ridosso di una striscia d’acqua di un blu intenso, che pare quasi un fiume gigantesco nel bel mezzo dell’oceano.
Dopo il pernottamento sul pontile, osservare questi incredibili paesaggi anche dall’alto è un’esperienza davvero magica.
Con addosso ancora vive le emozioni di quel viaggio da sogno, dal quale è trascorso ormai un anno, ritorno alla mia giornata inglese con una nuova energia. E mentre finisco di sorseggiare il mio caffè, dalla finestra s’insinua, timido, un piccolo raggio di sole…
In copertina:
anemone con pesci pagliaccio (Pixabay)
materiale audiovisivo da:
cruisewhitsundays.com.au
gslaviation.com.au