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CALABRIA - La bellezza incantatrice di Scilla e Chianalea

“Ogni cosa si tinge con le diverse tonalità del colore viola,
dando vita ogni sera, con i suoi spettacolari riflessi,
ad una visione sempre nuova”.
(Platone)

Descritta da Verga come “rocciosa e altera”, celebrata da Platone per le sue tonalità violacee dagli affascinanti tramonti e raccontata da Omero come la tappa “atroce” del viaggio di Ulisse, Scilla è un piccolo borgo della provincia di Reggio Calabria conosciuto come la perla della Costa Viola.

La Costa Viola si estende per circa 35 km e comprende, oltre a Scilla, altri quattro comuni, i cui territori si affacciano sul mare ma si estendono anche verso un vasto entroterra: Bagnara Calabra, Villa San Giovanni, Palmi e Seminara.

La linea di costa, stretta tra mare e montagna, è piuttosto frastagliata e alterna costiere a strapiombo sul mare a suggestivi anfratti. Dai punti panoramici più alti, come il Monte Sant'Elia, lo sguardo può spaziare fino all’arcipelago eoliano e arrivare a scorgere anche due vulcani attivi: l'Etna e lo Stromboli

Per me, però, Scilla è soprattutto un meraviglioso ricordo adolescenziale: la Calabria è la regione dove sono nata e dove ho vissuto per un lungo periodo, prima di girare il mondo fino ad approdare a Londra.

Chianalea (@hereisenrica)

Questo splendido gioiello della costa calabrese che, come si narra nell’Odissea, fu scelto dagli esuli troiani per la sua posizione e per la ricchezza delle sue acque, sorge su un promontorio affacciato sullo Stretto di Messina: una lingua di mare che bacia il Tirreno e lo Ionio nota, nell’antichità, come Stretto di Scilla e Cariddi.

Secondo la leggenda, il nome di Scilla sarebbe legato alla figura mitologica di una giovane ninfa che rifiutava l'amore di Glauco. Questi si rivolse alla maga Circe, innamorata di lui, per far cadere la giovane nelle sue braccia; la maga, offesa per l'affronto subito, avvelenò le acque dove la ninfa era solita bagnarsi, trasformandola in un orrendo mostro che distruggeva tutte le navi di passaggio nello Stretto di Messina. 

La vista sullo Stretto che, dal terrazzo di casa, potevo apprezzare tutti i giorni, da lontano mi appare come un sogno. Al tramonto, quando la luce è soffusa e i raggi del sole si riflettono sull’acqua, un maestoso incanto di luci e colori trasforma il paesaggio in una fiaba.

Lo Stretto di Messina è conosciuto in tutto il mondo non solo per la sua suggestiva bellezza ma anche per essere sede di particolari fenomeni idrodinamici. Uno di questi è rappresentato dall’upwelling, conosciuto a livello popolare come un nome decisamente più romantico, la danza del mare, e che si verifica quando l’acqua marina si sposta perpendicolarmente alla direzione del vento: uno spettacolo naturale di rara bellezza, causato dalle forti correnti che soffiano in due direzioni diverse, formando un’unica scia fra le inversioni delle maree dello Ionio e del Tirreno.

I visitatori rimangono incantati dalle acque limpide e dalle spiagge bianchissime della zona, alcune delle quali molto intime e di difficile accesso. La più rinomata è Marina Grande, nei pressi della quale si trova anche la spiaggia di Punta Pacì, adatta soprattutto agli appassionati di immersioni subacquee. Qui i fondali sono subito alti e le acque limpidissime ricche di flora e fauna: un autentico paradiso per coloro che amano nuotare o fare snorkeling. 

L’area è molto rinomata anche per la sua gastronomia: visitare Scilla significa, infatti, assaporare piatti a base di pesce quali il panino con il pescespada: un privilegio tutto calabrese, ormai divenuto di fama internazionale, che si può assaporare come street food a ogni angolo di strada ma anche nei pub, nei bar e, d’estate, nei numerosi lidi sulla spiaggia, per una pausa pranzo in riva al mare davvero speciale.

Le principali specialità gastronomiche marinare prendono spunto proprio dai pesci più caratteristici a cominciare, appunto, dal pescespada per proseguire con la spatola, l’aguglia, la mola, le costardelle, i polpi e crostacei di vario tipo.

Scilla e Chianalea

Le spadare, tipiche imbarcazioni utilizzate per la caccia al pesce spada fin dai tempi dei Fenici, si possono facilmente avvistare al porto di Scilla. Non a caso, il termine “caccia” viene utilizzato come forma di rispetto nei confronti di un avversario, il pesce spada, che i pescatori sfidano in un duello d’astuzia: un rituale che si ripete ormai da millenni.  

E dal porto, in pochi minuti a piedi si raggiunge il pittoresco borgo di Chianalea: la parte più antica e suggestiva di Scilla e anche la mia preferita in assoluto. Ricco di miti, storia e tradizioni, questo piccolo villaggio di pescatori è, probabilmente, uno dei luoghi più romantici di tutta la Calabria.

Denominata la piccola Venezia, per la sua posizione quasi immersa nelle acque del mare, Chianalea è un nucleo formato da piccole abitazioni e da viuzze minuscole a uso esclusivo dei pedoni, costellate di chiese, casette colorate accostate l’una all’altra, fontane antiche e, naturalmente, una incredibile vista sul mare.

Ogni volta che torno a Chianalea provo un’emozione nuova, difficile da descrivere: passeggiare tra i suoi vicoli, soprattutto al tramonto, quando le scalette di pietra tra una casa e l’altra assumono un colore dorato e il profumo intenso della salsedine predomina nell’aria, è un’esperienza davvero emozionante. Il movimento delle onde che s’infrangono sugli scogli è come un dolce canto mentre la bellezza del mare incorniciata da rocce che col tempo hanno assunto forme diverse, stimola l’immaginazione dei visitatori.

Lungo questi vicoli, che conducono al mare, si possono ammirare il Palazzo Scategna e il Palazzo Zagari, antiche costruzioni nobiliari di grande pregio. Una caratteristica tipica di Chianalea sono le maschere apotropaiche appese sopra le porte delle case e degli edifici. Oggi queste maschere sono per lo più ornamentali ma un tempo avevano la funzione di allontanare gli spiriti maligni. 

La vista diventa mozzafiato quando, alla fine della passeggiata, si arriva all’austero Castello Ruffo il quale, come un gigante addossato alla costa, dall’alto domina il meraviglioso panorama delle Isole Eolie e della costa siciliana.

Da non perdere, infine, le palafitte: molte di queste, d’estate, ospitano deliziosi ristorantini, che permetteranno di concludere la giornata concedendosi una romantica cena a picco sul mare.

Chianalea di Scilla - Video di Domenico Germanò

La Calabria è, forse, una delle aree meno esplorate d’Italia e il suo fascino deriva proprio dalla sua bellezza autentica e incontaminata. Scilla e Chianalea sono due fiori all’occhiello di questo magnifico territorio e, anche a distanza di anni, mi basta chiudere gli occhi per ritrovarmi, in un istante, inebriata dagli inconfondibili profumi della mia terra.

In copertina: Scilla, panorama
immagini griglia:
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