GIANCARLO COMMARE – “Sogno Tornatore e Sorrentino”

GIANCARLO COMMARE – “Sogno Tornatore e Sorrentino”

Salito alla ribalta con i ruoli di Edoardo Incanti nella serie Netflix Skam Italia e di Rocco Amato nel daily di Rai1 Il Paradiso delle Signore, Giancarlo Commare è una delle promesse più interessanti del cinema italiano.

Ventinove anni, siciliano, il viso incorniciato da una massa di riccioli scuri, ha saputo conquistare il pubblico grazie alla sua semplicità e a una innata simpatia, oltre che al suo grande talento.

Gli abbiamo chiesto di parlarci del suo percorso professionale: cerchiamo quindi, attraverso le sue parole, di conoscerlo un po’ meglio.

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Giancarlo, nel 2002 hai iniziato a studiare danza moderna e latino americana diplomandoti, qualche anno dopo, in danza Hip Hop. Hai poi esordito, nel 2008, come primo ballerino nello spettacolo teatrale Pinocchio.  Com’è avvenuto il passaggio alla recitazione?

In realtà, non si è trattato di un passaggio. Tra i 10 e gli 11 anni ho interpretato il mio primo ruolo: Re Erode. Un evento che mi ha rivelato quale dovesse essere il mio destino: quello di diventare un attore. Da quella sera si è acceso dentro di me un fuoco che mi faceva sentire vivo e che tuttora arde con la stessa intensità. 

A Castelvetrano, all’epoca, non avevo molte possibilità di riprovare la stessa sensazione, se non da lì a poco con la scoperta della danza. Poi l’anno successivo, al liceo, durante i provini generali de La Bella e la Bestia, il regista mi indicò, dicendo: “prova tu”.  Era per il ruolo di Tockins (l’orologio). Ed ecco tornata la magia.

Direi che la mia carriera di attore è iniziata lì. Quindi, ripeto, non lo definirei un passaggio, né tantomeno un ritorno, ma piuttosto un “avanzamento”.

Fondamentale, per me, è stato lo studio del corpo, che ho scoperto e affrontato fin dal primo giorno di Accademia e che prosegue tuttora: in questo, la danza si è rivelata preziosa. 

Dal 2016 hai iniziato ad apparire in diverse pubblicità. Contemporaneamente sono arrivati i ruoli in alcuni cortometraggi e in diverse fiction ma hai proseguito anche il tuo percorso teatrale, partecipando a vari spettacoli. Quindi: danza, teatro, cinema, pubblicità, televisione… e sei molto bravo anche nel canto. C’è un contesto nel quale ti trovi più a tuo agio?  

Forse la mia risposta sarà scontata ma il primo amore non si scorda mai. La prima cosa che ho fatto recentemente, in occasione del mio ritorno a casa, è stata andare a salutare quella che considero la mia culla artistica: il Selinus, il teatro comunale di Castelvetrano. 

Ogni volta che entro in un teatro, per me è come entrare a casa mia ed è bellissimo, perché può cambiare la forma, l’arredamento, ma il calore è sempre lo stesso. 

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In ambito teatrale, ti sei cimentato anche nella regia con Io sono A.N.D.R.E.A., uno spettacolo ispirato a Pirandello e al suo concetto di maschera. Di cosa parla, esattamente? 

La faccio breve, altrimenti dovrei parlarne per ore (sorride, ndr). È stato un esperimento che, inizialmente, venne chiamato A.N.D.R.E.A. e poi, in una seconda fase di ripresa e sviluppo di questo spettacolo, fu ribattezzato Io sono A.N.D.R.E.A.

La trama vede, al centro, un uomo che entra nella sua mente e incontra tutte le sue maschere. Lo spettacolo ha inizio nell’esatto momento in cui l’individuo entra in coma e mentre si trova lì, dentro la sua testa, si rende conto di non aver vissuto la sua vita ma quella creata per lui dalle maschere che ha dovuto sempre indossare. Travolto da tutto il male che ha commesso e che, allo stesso tempo, si è auto-inflitto, si ritrova sopraffatto dai suoi mostri e, non riuscendo più a liberarsi da questa “gabbia”, ne viene inghiottito e diventa lui stesso una maschera. Per farvi capire meglio: la storia si potrebbe definire una versione cupa di Inside out.

Nel 2018 il tuo approdo a Skam Italia, nel ruolo di Edoardo. Come hai ottenuto la parte?   

A dire il vero Il provino l’ho fatto a ottobre 2017 e dopo qualche giorno mi sono ritrovato sul set, quindi il processo non è avvenuto in maniera graduale: al contrario, sono stato praticamente lanciato sul set. È stata un’emozione fortissima: ero contentissimo, ovviamente, ma mi tremavano le gambe, perché nel giro di pochissimi giorni mi sono ritrovato ad avere sulle spalle un’enorme responsabilità. 

Prima di allora non conoscevo il mondo di Skam. Neanche il tempo di rendermi conto di dove mi trovavo, e già Bessegato, il regista, gridava “Azione!”.

Ancora oggi ringrazio Ludovico (Bessegato, ndr) perché, se ho intrapreso questo meraviglioso viaggio, è soprattutto grazie a lui, che ha voluto puntare su di me per il ruolo di Edoardo Incanti. 

A 25 anni ti sei trovato a interpretare il ruolo di un adolescente. Hai incontrato particolari difficoltà? In generale, come hai vissuto quell’esperienza?  

Già nel 2015 avevo interpretato un adolescente in Provaci ancora prof 6 ed era stata un’esperienza veramente unica: era la prima volta in cui mi trovavo a lavorare su un set per un lungo periodo. In quella occasione, ho iniziato veramente a capire le differenze tra un palcoscenico teatrale e un set televisivo o cinematografico.

Niccolò Peretti (il personaggio da me interpretato nella serie) racchiude un’anima fragilissima e la paura di non essere accettato per quello che è, in primis dal padre e poi da tutti gli altri. 

Ho affrontato il set nello stesso modo in cui Niccolò, in quel momento, stava affrontando la sua vita: spaventato, ma con tanta voglia di arrivare fino in fondo e di raggiungere il mio obiettivo. 

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Skam Italia è un remake dell’omonima serie norvegese, che si è fermata alla quarta stagione. Tuttavia, la storia sembra avere ancora molto da dire. Pensi che ci sarà una quinta stagione e, in tal caso, ti piacerebbe farne parte?  

Penso che una quinta stagione sia necessaria, per cui me lo auguro. E sì, vorrei assolutamente parteciparvi! Sono un grande fan di ciò che Skam rappresenta nella sua totalità e mi piacerebbe non solo vedere, ma partecipare in prima persona a più progetti con la stessa forza e urgenza trasmesse da questa bellissima serie. 

Attualmente sei impegnato nel ruolo di Rocco Amato ne Il Paradiso delle Signore: un personaggio completamente nuovo rispetto a quelli da te interpretati finora. Come ti sei immerso nella parte?   

Un viaggio altrettanto magnifico, quello di Rocco Amato: ho preparato il personaggio ispirandomi ai movimenti e agli atteggiamenti di mio nonno Benito, al quale devo molto e a cui voglio un mondo di bene. 

Mio nonno è più evoluto di Rocco ma è testardo quanto lui e – proprio come il personaggio – un po’ goffo: e questo è un lato di lui che mi diverte molto. Inoltre, possiede una inconsapevole dolcezza, che è la cosa che più apprezzo e che ho voluto assolutamente trasferire in Rocco. Mio nonno difficilmente dice “ti voglio bene”. Anzi, credo di non averglielo mai sentito dire, ma a lui non serve dirlo: lo dimostra. 

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Da una serie contemporanea come Skam Italia a una d’epoca, in costume e con un linguaggio e delle dinamiche completamente diverse, come Il Paradiso delle Signore. È stato un passaggio difficile? 

No, anzi ne sono stato entusiasta da subito! Ho capito immediatamente che avrei avuto la possibilità, come poi è successo, di esplorare un mondo totalmente diverso e di trasformarmi completamente; quindi, mi ci sono tuffato dentro, e vi posso assicurare che è divertentissimo!

Cosa ti piace di più di Rocco e quali aspetti del suo carattere ami di meno? 

Essendo un attore, non mi piace giudicare i personaggi che interpreto, cercando in loro i lati negativi e quelli positivi. In generale, posso dire che mi piace quel lato del suo carattere che poco fa ho accostato a mio nonno, cioè la sua inconsapevole dolcezza, mentre sono sicuramente lontano dalle convinzioni iniziali del personaggio nei confronti delle donne.  

Come vorresti che si sviluppasse, il tuo personaggio, in futuro?   

Non posso anticiparvi nulla ma mi auguro per lui che presto possa trovare la sua strada. Nelle prossime puntate lo vedrete confuso.

Edoardo e Rocco ti hanno reso molto popolare, anche a livello internazionale. Quali cambiamenti ha portato questo successo nella tua vita e nel tuo rapporto con il pubblico?  

Drastici! Ora mi ritrovo a fare più frequentemente selfie con persone che non conosco, piuttosto che con quelle che fanno parte della mia vita.

A parte gli scherzi, sono immensamente grato al pubblico per tutto l’affetto che costantemente dimostra nei miei confronti, soprattutto quando ciò avviene grazie al mio lavoro. Questo grande apprezzamento professionale mi ha dato conferme che avevo cercato per lungo tempo. Quindi, in questo senso, il successo ha influito molto sulla mia persona e ne sono contento, perché è un riconoscimento importante verso il mio lavoro e ripaga tutta la passione e l’energia che vi dedico. E poi mi piace l’idea che adesso, quando esco di casa, ho più amici da salutare!

Parli benissimo inglese e francese. Ti piacerebbe recitare fuori dall’Italia? 

Purtroppo è da un po’ di tempo che non pratico le lingue e, infatti, presto vorrei trovare un modo per rimettermi in carreggiata. Però sì, assolutamente: lavorare all’estero mi permetterebbe di realizzare un altro sogno nel cassetto.  

Sei appassionato di nuoto e di scherma. Dedichi molto tempo allo sport oppure prediligi altri hobby?  

Il nuoto e la scherma sono sport che praticavo più da ragazzino che adesso anche se, quando posso, non esito a farmi una nuotata o a “mettermi in guardia”. Ho praticato diversi sport ma, da piccolo, li ho sempre affrontati con una certa flemma. Oggi, invece, allenarmi almeno quattro volte a settimana è diventata una routine e ne sento tutti i benefici. All’inizio è dura, come per tutte le cose, ma lo sport aiuta a vivere meglio e ognuno di noi dovrebbe praticarne almeno uno. 

C’è un regista o un attore in particolare a cui ti sei ispirato, o con cui vorresti lavorare? 

In tanti mi hanno emozionato e tanti attori mi hanno fatto pensare: “vorrei essere bravo come lui/lei”. Tra tutti potrei menzionare Marcello Mastroianni, Totò, Leonardo Di Caprio, Meryl Streep, Tom Hanks, e potrei continuare ancora. Mi piacerebbe tantissimo poter lavorare con Pier Francesco Favino e Elio Germano: due attori che guardo sempre con grande ammirazione, al punto di prendere appunti mentre li osservo. Parlando di regia, invece, adorerei lavorare in un film di Tornatore o Sorrentino. Quindi, mi auguro che almeno uno dei due stia leggendo queste righe: non si sa mai!

In copertina: Giancarlo Commare
copertina e immagini © Riccardo Riande
immagini set Paradiso delle Signore © Pierfrancesco Bruni, Mauro Sostini

 

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