FEDERICO FELLINI – I cento anni dell’uomo dei sogni
Perché disegno i personaggi dei miei film?
Perché prendo appunti grafici delle loro facce,
dei nasi, dei baffi, delle cravatte, delle borsette,
del modo di accavallare le gambe,
delle persone che vengono a trovarmi in ufficio? (…)
È un modo per cominciare a guardare il film in faccia...
(F. Fellini)
“Io ero impegnata, lui era sposato con Giulietta Masina. Però l'amore è fatto così, se ne infischia delle regole e delle convenzioni. Ad un certo punto della relazione Federico mi confessò: Sandra, ho finalmente capito che la donna della mia vita sei tu. Molliamo tutto e scappiamo in America!”. Così Sandra Milo, in un’intervista, parlò del suo rapporto con Federico Fellini, ricordando la sua esperienza di attrice e di donna a fianco di uno dei registi più famosi della storia del cinema mondiale.
Una storia d’amore che, però, non ebbe un lieto fine, perché il Maestro rimase per tutta la vita accanto a sua moglie Giulietta. Una storia che forse, però, visse in quei sogni che Fellini non poté far a meno di imprimere - insieme a tanti altri - in una singolare raccolta di disegni che ebbe luogo tra gli anni ‘70 e gli anni ‘90, pubblicata in seguito proprio con il titolo di Il libro dei sogni.
Grazie a capolavori come I Vitelloni, La Strada, Le Notti di Cabiria, La Dolce Vita, 8 ½, Amarcord, solo per citarne alcuni, l’inarrestabile vena sognatrice e creativa di Federico Fellini è oggi patrimonio dell’umanità. Considerato uno dei registi di maggior importanza del ‘900, seppe raccontare un’Italia a cavallo tra guerra e rinascita, tra miseria e dolce vita.
Nato a Rimini il 20 Gennaio 1920, quest’anno il regista avrebbe compiuto 100 anni. La sua città natale – ma non solo quella – ha programmato una serie di iniziative per omaggiare il suo operato: proiezioni, rappresentazioni, mostre ed eventi hanno trasformato, nei mesi scorsi, Rimini in un museo a cielo aperto.
Figlio di un commerciante di dolciumi e liquori, il giovane Federico arriva a Roma nel 1939 per seguire la madre, casalinga romana. Da lì, per il maestro del cinema si aprono le porte del paradiso. Si iscrive a Giurisprudenza; non tanto per arrivare ad essere un degno principe del Foro ma per aspirare alla sua passione, che è quella del giornalismo.
Data la sua scarsa attitudine alle materie giuridiche, non sosterrà mai un esame all’università, e inizia invece a collaborare come fumettista con la celebre rivista satirica Marc’Aurelio, divenendone poi il vignettista, nonché autore delle Storielle di Federico.
La Roma degli anni ’40 gli offre molte opportunità lavorative, che vanno dai fumetti alle collaborazioni con l’EIAR (la vecchia RAI, n.d.r.).
Tra un copione e l’altro, tra un incontro, un film e una collaborazione artistica, è proprio nella Città Eterna che conosce Giulietta Masina, con cui convola a nozze il 30 ottobre 1943, evitando in tal modo anche il servizio di leva. Giulietta resterà al suo fianco per tutta la vita (sia come compagna di vita che come attrice nei suoi film) e i due moriranno a pochi mesi di distanza l’uno dall’altra.
La prima collaborazione di Fellini, come regista, avviene nel 1950 con l’esordio in Luci del varietà, che vede la partecipazione di Alberto Lattuada. Lo slogan del film recita: “Un film che diventerà famoso”. La pellicola riceve molti apprezzamenti positivi dalla critica ma non ottiene, a livello commerciale, il successo desiderato.
L’esordio assoluto come regista avviene, invece, con il film Lo sceicco bianco, nel 1952. Qui c’è il passaggio definitivo dal Fellini sceneggiatore al Fellini regista. Con questo film si inaugura un nuovo stile: una sorta di realismo magico, onirico, estroso. Uno stile che verrà definito in Lo sceicco bianco ma anche nei film successivi, I Vitelloni e La Strada, come Fantarealismo.
Il successo fa di Fellini il personaggio più ricercato dell’epoca. È il 1956 quando la pellicola Notti di Cabiria lo conduce al secondo Premio Oscar (il primo era già arrivato con La Strada, nel 1954).
Tra un tradimento e l’altro, tra amori nascosti e collaborazioni professionali con attrici bellissime come Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Anita Ekberg, Sandra Milo e molte altre, Fellini esprime tutta la sua vena creativa.
Esce nel 1960 La Dolce Vita, definita dallo stesso Fellini come un film alla Picasso: come se avesse composto una statua per poi distruggerla a martellate. Ed è qui che il ‘regista Fellini’ rivoluziona i canoni estetici del cinema.
Il film, totalmente fuori dagli schemi tradizionali, desta polemiche e scandali per diversi motivi. Oltre a descrivere situazioni dal carattere prevalentemente erotico, si sofferma su una certa decadenza morale che è una conseguenza del benessere economico acquisito dalla società italiana del dopoguerra. Tuttavia, questo non impedisce alla pellicola di vincere la Palma d’oro al Festival di Cannes, nonché l’Oscar per i migliori costumi.
La consacrazione del regista si conferma, nel 1963, in 8½. Il film, inserito dalla rivista inglese Sight & Sound al nono posto delle pellicole più belle della storia del cinema mondiale, vede protagonisti Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale e una straordinaria Sandra Milo nei panni di Carla.
Seguiranno altri capolavori come Giulietta degli Spiriti e Amarcord. Le collaborazioni successive di Fellini sono con Roberto Benigni e Paolo Villaggio. Il Maestro del cinema di spegne a Roma il 3 ottobre 1993.
Da allora, il mito di Federico Fellini smette di essere storia e si trasforma in leggenda. Lui diventa il regista della rottura con il passato, il regista delle stravaganze, il regista dalle mille donne e dalle mille amanti che tuttavia restò sempre a fianco della sua amata Giulietta; colui che si definì “un artigiano che non ha niente da dire ma sa come dirlo”.
Amato, odiato, invidiato e ricercato dal mondo intero, Federico Fellini è una bellissima favola italiana che ancora oggi continua a far sognare, attraverso i suoi capolavori, migliaia di persone in tutto il mondo, innamorate del suo cinema circense e di quella straordinaria ed inimitabile capacità di trasportare anche i sogni più incredibili sul grande schermo.
In copertina: Federico Fellini (dettaglio, p. 287)
immagini tratte da “Federico Fellini, Il libro dei sogni” (Rizzoli, 2019)
per gentile concessione della casa editrice