GOODBYE IRPINIA - La paper novel di Mike J. Pilla approda a Toronto
Mike J. Pilla è nato a Napoli nel dicembre 1982. Giornalista e conduttore radio/televisivo, appassionato di lettura e scrittura, dirige il giornale online Montaguto.com e, dal 2018, Patrimonio Italiano Tv, la webtv degli italiani all’estero, fondata insieme al collega Luigi Liberti. Viaggia tantissimo ed entra in contatto con realtà molto eterogenee, tenute insieme da quel collante fantastico che è l’italianità. Il suo romanzo thriller Goodbye Irpinia, dedicato a tutti gli emigrati italiani, è la prima paper-novel al mondo.
Mike, di cosa parla Goodbye Irpinia?
Goodbye Irpinia è un romanzo thriller narrato in prima persona da Steve Caruso, un giornalista italo-canadese inviato dal suo giornale a Montaguto, paesino del Sud Italia dov’è scomparso un bambino di otto anni, ritrovato l’indomani. Pochi giorni dopo, spariscono due trentenni. Nel ‘95 si erano perse le tracce di un altro ragazzino, Luigi Altieri. Gli indizi portano alla Cappella Maestri, un monumento funerario dov’è custodito l’inquietante ritratto di un ingegnere morto a Toronto. Nel frattempo, una frana mastodontica continua la sua discesa verso valle, riportando a galla una lugubre storia. Insieme al giornalista Alberto Cataldi, Steve ingaggia una corsa contro il tempo per salvare i ragazzi, col supporto di una comunità di montagutesi di Toronto e New York. I due diventeranno testimoni di una verità terribile, tenuta nascosta per secoli sotto terra. Una terra che ingoia tutto ciò che trova sul suo cammino. Si tratta della prima Paper novel al mondo – un romanzo-inchiesta tra fiction e realtà che trasporta il lettore dall’Italia all’America – ma è anche la malinconica storia dei tanti emigrati lontani dalla propria terra. Anche se, come rivela la tag-line del libro: “Puoi provare a lasciare il paese ma è il paese che non ti lascerà mai”.
Come è sorta l’ispirazione per questo soggetto?
Nel 2010 raccontavo, per il mio giornale online Montaguto.com, le cronache della frana di Montaguto, la più vasta d’Europa, un mastodontico “mostro di terra” che ha causato tanti problemi al paese. Sembrava una vera e propria maledizione. E così, complice anche la mia passione per i thriller, iniziai a mettere su carta una storia che partiva dalla realtà per poi proseguire in una fiction fantascientifica. Mescolati insieme, l’amore per il giornalismo e per la scrittura mi hanno aiutato a realizzare Goodbye Irpinia. Poi la comunità dei montagutesi nel mondo, che mi seguono ogni giorno su Montaguto.com, e la passione per l’italianità all’estero – che coltivo con Patrimonio Italiano Tv – mi hanno spinto a creare questo quadrilatero che si dipana tra Montaguto, Toronto, New York e Youngstown.
Che cos’è, esattamente, una paper novel e com’è nata l’idea di realizzare il progetto in una forma così originale?
Una paper novel è un ibrido letterario, una novità assoluta che mescola appunto giornalismo e scrittura, realtà e fiction. Essendo giornalista “deskista”, per lavoro realizzo magazine, ed è una cosa che mi piace tantissimo. Per la mia storia avevo pensato a un giornalista e per questo fui solleticato dall’idea di rendere la cosa ancor più realistica utilizzando pagine di giornale che sembrassero reali: quelle che troverete nel libro sono tutte da leggere e contengono articoli veri e articoli di fiction. Ovviamente, non vi dirò quali sono gli uni e quali gli altri. Dovrete scoprirlo da soli!
Recentemente hai presentato il romanzo a Toronto. Raccontaci questa esperienza.
Sì, ho portato Goodbye Irpinia a casa sua. Un’esperienza fantastica. Il 4 maggio sono stato ospite di Librissimi – Festival del libro italiano a Toronto, una realtà meravigliosa messa in piedi dal Comites e sviluppata certosinamente dalle amiche Michela Di Marco, la presidente, e Happie Testa, direttrice artistica del festival. Ho incontrato tantissimi amici, tantissimi scrittori italo-canadesi con cui ho condiviso la passione per la scrittura e la lettura. In generale Toronto è una città meravigliosa, che conta circa 500mila italiani. È stato un vero onore far parte di questa stupenda comunità.
Toronto, insieme a Montaguto, New York e Youngstown, è proprio una delle località in cui è ambientata la storia: c’è una ragione particolare per cui hai scelto questi luoghi?
A Toronto abitano Minguccio Del Core e Vincenzo Siniscalco, due montagutesi doc che mi hanno ispirato l’amore per questa città. Vi si trasferirono da giovani, ma non hanno mai perso il contatto e l’amore profondo per la loro Montaguto. New York è la città dove, nel 2017, ricevetti un premio per il tg in “dialetto internazionale” che realizzavamo con Minguccio, e lì con Luigi Liberti nacque l’idea di Patrimonio Italiano Tv. Dunque, la Big Apple è un po’ una seconda casa. E poi Youngstown, cittadina dell’Ohio dove vivono tantissimi montagutesi, e dove fino a pochi anni fa si teneva addirittura un meraviglioso picnic annuale. Avevo anche uno zio, da quelle parti.
Oltre ad essere uno scrittore, sei anche direttore di Patrimonio Italiano Tv. Qual è l’obiettivo di questa web tv?
Patrimonio Italiano Tv nacque un anno e mezzo fa per raccontare, anche in Italia, l’italianità all’estero. Ho una sorella, Esther, che vive fuori da qualche anno, e in generale tantissimi amici “abroad”, molti dei quali si sono distinti in diversi campi, ma purtroppo nel nostro Paese se ne parla sempre troppo poco. L’obiettivo è proprio questo: cercare di fare squadra, di rilanciare storie bellissime – sì, vogliamo mostrare soltanto il bello che c’è in giro per il mondo, mettere in mostra gli “orgogli” italiani che ogni giorno onorano il nostro tricolore – e far capire che chi vive all’estero è italiano a tutti gli effetti. Troppo spesso si parla di “cervelli in fuga” in senso dispregiativo. Ecco, noi siamo invece dell’idea che non conta il luogo che tu abiti, conta il luogo che porti dentro. E per molti expat quel luogo dell’anima è l’Italia, con tutti i suoi pregi e difetti.
Tra i tanti italiani all’estero che hai avuto modo di intervistare, c’è qualche storia che ti ha particolarmente colpito?
Tantissime. Intanto, premetto che noi intervistiamo davvero ogni tipologia di persona, dall’imprenditore di successo allo studente, al lavoratore, all’artista, allo sportivo. Nessuna preclusione. Non solo “vip”. C’è l’amico Freddie Del Curatolo, direttore di Malindikenya, che oltre a narrare le vicende di questa bellissima realtà africana aiuta quotidianamente i bambini che vivono lì, creando loro le condizioni per poter giocare a calcio e divertirsi nonostante la povertà e le problematiche che attanagliano quei luoghi. Allo stesso modo, a San Paolo del Brasile c’è l’amico Michele Muffato, che lavora in una favela. Poi ci sono le storie dei tantissimi ricercatori, dei tantissimi “patrimoni italiani” che aiutano il progresso. Abbiamo chiacchierato con oltre 300 persone, arrivando praticamente ovunque. A Ushuaia c’è Moreno Salvatore, che vive nella città abitata più a Sud del mondo, nella terra del fuoco. Siamo stati in Tasmania, a El Salvador (dove ci sono due amici, Erick Amaya e Marlon Serrano, fan di Laura Pausini, che per lei hanno imparato l’italiano e amano il nostro Paese!), a Città del Capo, dove c’è l’amico scrittore Corrado Passi, a Auckland, a Honolulu, dove c’è una splendida festa italiana. Abbiamo scoperto diversi festival letterari italiani nel mondo, e voglio realizzare una trasmissione con tutti gli organizzatori insieme. Abbiamo raccolto i saluti di mezzo mondo e nei vari dialetti. Insomma, ogni settimana proponiamo ai nostri telespettatori un bel giro del mondo con il nostro aereo virtuale. Anzi: se avete storie di italianità all’estero, scriveteci a redazione@patrimonioitalianotv.com
Mettendo da parte per un momento il lato professionale, parlaci un po’ di te. Quali sono i tuoi interessi e cosa ami fare nel tuo tempo libero?
Oltre a viaggiare moltissimo – cosa che adoro! – mi piace ritagliarmi tutto il tempo possibile per scrivere, e di solito lo faccio di sera, con un po’ di buona musica in sottofondo e l’immancabile penna e calamaio sul mio scrittoio. Poi leggo tantissimo: sono a quota dodici romanzi in cinque mesi. Ancora, amo seguire serie tv e lo sport (sono tifosissimo del Napoli e seguo ancora la Formula Uno, nonostante la Ferrari negli ultimi anni non ci stia dando troppe gioie), con buona pace di quella santa donna di mia moglie Nadia, che ancora mi sopporta e tanto mi supporta. Solitamente, quando resto in Italia, mi sposto da Roma a Napoli, dove ci sono papà Antonio e mamma Antonietta, i miei eroi preferiti. E a Montaguto, dove c’è la mia pace interiore. È lì che tutto, nella mia mente, prende forma.
Immagini per gentile concessione di Mike J. Pilla