FONTANA DI TREVI – Un simbolo di Roma, tra storia e riti scaramantici
La Fontana di Trevi è uno dei simboli e monumenti più importanti di Roma. La sua realizzazione si deve a papa Clemente XII. Tra i progetti presentati, il pontefice scelse quello dell’architetto Nicola Salvi (1697-1751), che partecipò al concorso del 1732 insieme ai più grandi artisti dell’epoca.
Papa Clemente selezionò il progetto più monumentale e "di minor pregiudizio per il retrostante palazzo", sulla cui facciata si inseriva l’intera mostra con uno studio meditato delle proporzioni e delle decorazioni: doveva anche essere uno dei simboli che avrebbero caratterizzato Roma in futuro.
La fontana, definita come un “arco di trionfo con profonda nicchia”, è formata da un ampio bacino d’acqua ed è vivificata dalla rappresentazione scultorea di numerose piante, da cui fuoriesce una cascata. Al centro domina la statua di Oceano alla guida del cocchio a forma di conchiglia, trainato dal cavallo iroso e dal cavallo placido, che sono frenati da due tritoni.
Diverse figure allegoriche, collegate agli effetti benefici dell’acqua decorano, a vari livelli, la parte frontale della fontana. Si fondono perfettamente, nell’opera del Salvi, storia e natura intese in un rapporto dialettico, il quale veniva affermato dal nascente illuminismo.
La costruzione fu conclusa da Giuseppe Pannini (1720- 1810), che modificò parzialmente la scogliera, facendo così combaciare i bacini centrali.
La fontana venne successivamente restaurata nel 1990-1991 e fu oggetto di manutenzione nella parte frontale nel 1999. L’ultimo restauro fu avviato nel 2014, grazie alla ditta Fendi, e si concluse dopo diciassette mesi, nel novembre 2015.
La Fontana di Trevi è la più grande di Roma e una tra le più importanti del mondo. Viene chiamata anche “Fontana Rococò”. La sua storia iniziò, in un certo senso, ai tempi dell’Imperatore Augusto, quando il genero Agrippa, nel 19 a.C., fece arrivare l’acqua corrente fino al Pantheon ed alle sue terme grazie alla costruzione dell’acquedotto Vergine, che si può ammirare ancora oggi da Piazza del Popolo.
Il monumento fu anche protagonista, nel 1960, del film La dolce vita, diretto da Federico Fellini: famosa la scena in cui Anita Ekberg, accompagnata da Marcello Mastroianni, si tuffa nella vasca.
Ma la fama di questa maestosa fontana non accenna a diminuire. Anzi, ad essa è dedicato anche un libro, dal titolo Le piante della Fontana di Trevi. Sulla parte sinistra si può facilmente osservare un vaso di travertino. Pare che Salvi lo avesse fatto mettere in quel punto per coprire la visuale dei lavori ad un barbiere, che li aveva proprio lì, davanti alla sua vecchia bottega, e che per questo li criticava continuamente.
Per concludere, impossibile non menzionare la vera ragione per cui il monumento è diventato famoso in tutto il mondo. Come da tradizione che si rispetti, infatti, ogni città ha il suo rito scaramantico. Quello di Roma? Il lancio della monetina nella Fontana di Trevi: in questo modo, ci si assicura di ritornare nella città eterna.
A qualsiasi ora del giorno e della notte, passando vicino alla fontana si possono vedere turisti e romani impegnati in questo rito. Se guardare le sue acque luccicanti di monete da tutto il mondo non vi basta per crederci, possiamo aggiungere che vengono raccolti circa 3000 euro al giorno, devoluti poi in beneficenza: inutile dire che è severamente proibito e penalmente punibile immergersi nella fontana e pescare i soldi a scopo personale.
Insomma, che vogliate lanciare anche voi una monetina o semplicemente scattare una foto, il consiglio è di visitarla nelle prime ore del mattino, quando la folla di turisti si è appena svegliata e non ha ancora invaso le strade.
In copertina:
Fontana di Trevi - foto notturna