LUIS SEPÚLVEDA – Vola solo chi osa farlo
Nel momento in cui muore un autore, un cantante o un personaggio famoso ognuno di noi si vede portata via una parte di sé, legata a un momento della propria vita, piuttosto che a un altro.
Per chi, come me, è italiano ed è nato agli inizi degli anni Novanta, Luis Sepúlveda è stato soprattutto Storia della gabbianella e del gatto che le insegnò a volare.
La fortuna del libro, pubblicato nel 1996, si deve al cartone animato che ne è stato tratto due anni dopo (La gabbianella e il gatto), diretto da Enzo D’Alò, in cui le immagini della gabbianella che muore tra il petrolio e i fotogrammi che raffigurano i topi, che giocano il ruolo dei “cattivi”, sono ben impressi nella mente di tutti noi.
Lo scrittore cileno, però, è stato molto più di questo. Nel corso dei suoi settant’anni di vita ha scritto più di 25 libri, per lo più romanzi.
Il suo esordio letterario avviene nel 1989 con Il vecchio che leggeva romanzi d’amore, dedicato al sindacalista Chico Mendes, che trascorse vari mesi nella foresta pluviale a contatto con gli indios Shuar.
Scrive poi svariate favole come Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza e Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico.
La sua ultima pubblicazione risale al 2019: Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa.
Celeberrimo anche Patagonia Express, il libro pubblicato in seguito ad un viaggio memorabile dello scrittore attraverso una terra selvaggia e ricca d’avventura – la Patagonia, appunto – capace di stregare e affascinare profondamente chiunque la attraversi, per via del suo carattere a tratti ancora primitivo.
Sepúlveda nasce nel 1949 a Ovalle, in Cile, ed è solo un ragazzo quando, nel 1963, già mostra la sua indole ribelle, venendo bollato come “scrittore pornografico” dal preside del suo liceo di Santiago, in seguito ad un racconto che parla dell’innamoramento platonico che la sua classe ha nei confronti della professoressa di storia, la signora Camacho, colpevole di essere una “pioniera della minigonna”.
Nel 1969 vince il premio Casa del las Americas e una borsa di studio della durata di cinque anni per studiare a Mosca. La sua avventura sovietica però termina solo dopo pochi mesi, poiché viene espulso per essere entrato in contatto con alcuni dissidenti.
Il ritorno nel Sud America lo riporta dopo qualche anno in Cile, dove si iscrive al Partito Socialista e diventa un attivista, oltre che guardia personale del governatore Salvador Allende. In seguito al colpo di stato militare di Pinochet, viene però incarcerato per sette mesi, torturato e infine rilasciato, anche grazie alle pressioni di Amnesty International.
Nel 1977 l’esilio dal Cile lo porta, un anno dopo, in Europa; prima ad Amburgo poi in Francia, dove prende la cittadinanza, e infine nelle Asturie della Spagna, a Gijòn. Qui ha vissuto dal 1996 al 25 febbraio scorso, quando è stato trasportato all’ospedale di Oviedo, dopo essere risultato positivo al Covid 19.
La vita dello scrittore non è mai stata facile, né tantomeno lineare, ma ha comunque conosciuto l’amore, seppure travagliato e irto di ostacoli. È il caso di citare la sua relazione con la poetessa cilena Carmen Yanez, relazione sopravvissuta a decenni di lontananza e durata fino al 16 aprile 2020, giorno della scomparsa di Sepùlveda.
Negli anni l’autore è stato anche attivista per Greenpeace, militando su una nave dell’organizzazione nel corso degli anni Ottanta, riuscendo a diventare un emblema della lotta in favore degli ultimi e degli oppressi.
Da questa esperienza è nato il romanzo Il mondo alla fine del mondo, che racconta la brutalità con cui l’uomo si approfitta della natura.
E proprio i buoni sentimenti per la natura, l’amicizia, la lealtà, la diversità come valore, la lotta eterna tra bene e male sono le tematiche che Luis Sepúlveda affronta nei suoi scritti, senza mai trascurare i principi che ha sempre perseguito, nonostante il suo trascorso, a tratti tragico e non molto diverso da quello di molti cittadini cileni della sua generazione.
Lo stile letterario semplice ma coinvolgente, nel quale lui stesso diceva di immergersi per avvicinarsi ai suoi personaggi e poter trasmettere le emozioni ai lettori fino in fondo, ha conquistato gente di ogni età. La sua è una scrittura efficace e priva di fronzoli, in grado di legare intimamente autore e fruitori, senza distinzione alcuna. Ciò ha permesso il diffondersi dei libri dell’autore cileno in tutto il mondo, vendendo milioni di copie anche in Italia.
“Vola solo chi osa farlo” è, forse, la sua citazione più famosa e mai come in un periodo così difficile, in cui siamo in ginocchio per colpa di un nemico invisibile, dobbiamo tenere duro, per poter tornare a spiccare il volo, quando potremo di nuovo osare.
In copertina:
Storia della gabbianella e del gatto che le insegnò a volare (dettaglio)