DA CAPITALE DELLA CULTURA A MANIFESTA 12 – Il Sindaco Orlando ci racconta la sua Palermo
Al suo quarto mandato non consecutivo come Sindaco di Palermo (1985-90, 1993-2000 e dal 2012 ad oggi), Leoluca Orlando è l’artefice di una serie di cambiamenti radicali – non solo politici e sociali ma anche, e soprattutto, culturali – all’interno della città. Non a caso, infatti, uno dei suoi slogan recita: “Palermo, da capitale della mafia a capitale dei giovani e della cultura”.
Sindaco Orlando, Palermo è la capitale italiana della cultura 2018: che significato riveste, per lei, questo riconoscimento?
Palermo Capitale Italiana della Cultura ha rappresentato, rappresenta e rappresenterà, un riconoscimento dello straordinario momento di rinascita della nostra città e il suo essere divenuta capitale del dialogo e dell’arricchimento tra le culture, che è la base di una Cultura che guarda al futuro. Non vedo l'ora, però, che venga il primo di gennaio 2019 e che questa parola "capitale" scompaia. La parola "capitale" ci sta stretta, anche la parola "cultura", ci sta stretta. Palermo è una città, che non vuole essere un modello, ma una testimonianza, una realtà in cui convivono pacificamente molte culture arricchendosi reciprocamente. "Palermo città di culture" questo sarà il titolo del nostro capodanno.
Sia Palermo che la Sicilia sono realtà effervescenti dal punto di vista culturale. A cosa si deve una così grande attenzione verso questi temi?
Ritengo sia proprio della dimensione sociale e storica della nostra isola, della nostra propensione all'accoglienza, alla stratificazione della nostra storia e delle nostre strutture, alla nostra propensione a vivere le diversità. Cultura è vivere insieme! Una nota musicale non è cultura, una lettera dell’alfabeto non è cultura, un colore non è cultura. Più note musicali… uno spartito. Più lettere dell’alfabeto, più parole… un libro. Più colori… un dipinto. Quello che vige nella dimensione storico sociale si riflette nella dimensione artistica.
Sotto la sua guida, Palermo ha conquistato anche il titolo di “città dell’accoglienza”: un obiettivo preciso, da lei delineato nella Carta di Palermo del 2015. Quali vantaggi porta, a suo avviso, l’integrazione culturale all’interno di una comunità?
L'integrazione non è un'opzione, è l'unica possibilità percorribile. Parte dal principio inderogabile della necessità del riconoscimento dei diritti di tutti e di ciascuno. La mobilità umana internazionale non è un'emergenza, è un dato storico e costante e deve essere riconosciuta come diritto inalienabile. Nessuno può essere costretto a morire o a farsi ammazzare nel luogo che i suoi genitori hanno scelto per farlo nascere. A Palermo viviamo la diversità come ricchezza. Palermo, grazie alla sua storica propensione all'accoglienza, è un luogo più sicuro di tante altre città. I palermitani con passaporto diverso da quello italiano difendono la loro città perché si sentono parte di una comunità. Se a Palermo arriva un migrante "pericoloso", sono i suoi stessi connazionali ad avvertire il sindaco che poi avverte le autorità competenti. Pacifica convivenza, arricchimento reciproco, sicurezza.
Il 2018 ha visto arrivare a Palermo anche Manifesta 12, la prestigiosa biennale nomade europea di arte. Cos’è, esattamente, e come ne ha beneficiato la città?
Manifesta è fra le più grandi e importanti biennali di arte contemporanea al mondo. Dopo San Pietroburgo e Zurigo ha scelto Palermo per il 2018 e ora Marsiglia per il 2020. Manifesta ha cambiato Palermo ma Palermo ha cambiato Manifesta, e sicuramente non è casuale la scelta di un'altra città mediterranea per il 2020. A Palermo abbiamo fatto una scelta netta, coinvolgere tutta la città. Così si sono avviati percorsi di riscoperta e riqualificazione di zone della città, con un importante contributo alla loro conoscenza anche da parte dei palermitani. Manifesta ha sicuramente contribuito, insieme al riconoscimento di Palermo Capitale Italiana della Cultura, al rilancio dell'immagine a livello internazionale grazie a migliaia di giornalisti che da tutto il mondo hanno abitato e continuano ad interessarsi alla nostra città.
Dopo un anno così ricco di eventi, quali sono i prossimi appuntamenti da non perdere?
Palermo continuerà la sua vita di città di culture, con la vivacità delle sue istituzioni culturali che gli sono valse il titolo di capitale. Vi è un programma di eventi post-Manifesta e la rinnovata immagine della città ha attratto decine di investitori da tutto il mondo che hanno interesse nell'impiantare attività a Palermo. Palermo continuerà ad essere più viva di sempre.
Ha qualche sogno nel cassetto, un progetto ancora da realizzare, per la sua Palermo?
Il mio progetto è che Palermo possa un giorno non avere più bisogno di un sindaco come me. Che possa esprimere se stessa senza un sindaco con le mie caratteristiche. Io sono stato, come hanno avuto modo di dire i tedeschi, Stadt-Sohn, Stadt-Brüder e Stadt-Vater, figlio della città, fratello della città e ora padre della città.
In copertina: Il Sindaco Leoluca Orlando