FRANCESCO SAVERIO NISIO - Intervista all'Ambasciatore d'Italia a Praga
Laureato in scienze politiche presso l’Università di Roma, Francesco Saverio Nisio entra in carriera diplomatica il 1° aprile 1983. Si occupa di OIM e di NATO prima di approdare alla Segreteria particolare del Sottosegretario di Stato come Capo Segreteria. Console a Cape Town dall’ottobre 1987 con competenza territoriale anche sulla Namibia, di cui assiste all’indipendenza, viene poi nominato Primo Segretario e, successivamente, Consigliere Commerciale a Praga, dove segue gli sviluppi dell’imprenditoria italiana negli anni della separazione della Repubblica Federale Cecoslovacca. Rientra a Roma all'Ispettorato Generale del Ministero e degli Uffici all'estero a fine 1995. Nel 2000 viene nominato Primo Consigliere a Londra, anche con funzioni di Direttore Esecutivo Aggiunto per l'Italia presso la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS). Dal settembre 2004 è Vice Capo Missione a Il Cairo. Rientra poi a Roma dove, dal dicembre 2010, è Direttore Centrale per i servizi agli italiani all’estero. Nel 2013 viene nominato Ambasciatore a Bangkok, con credenziali anche in Cambogia e Laos. Nello stesso anno riceve l’onorificenza di Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica. Dal 2018 è Ambasciatore a Praga.
Ci piacerebbe partire da qualche Suo ricordo personale. Lei ha conosciuto bene Praga nei primi anni '90 quando è stato Primo Segretario e poi Consigliere Commerciale. Sono passati quasi 30 anni da allora, quali sono i Suoi ricordi e come trova cambiata la città rispetto ad allora?
Da quando sono tornato a Praga mi trovo spesso a rispondere a questa domanda. È abbastanza difficile paragonare le due realtà, tanta è la distanza che le separa in termini di contesto politico, economico e soprattutto sociale. Dico sempre che sono due pianeti diversi ma, rispetto agli anni ‘90, la Praga di oggi – sempre bella e fascinosa – è senz’altro più internazionale e più allegra; è ritornata ad essere una delle grandi capitali europee. E non c’è più l’inquinamento da carbone che l’affliggeva trent’anni fa.
L'interscambio commerciale tra Italia e Repubblica Ceca ha superato per la prima volta i 13 miliardi di euro. Crescono le esportazioni italiane nel paese ceco con risultati particolarmente interessanti nel settore di macchinari e tecnologie, cui fanno da contraltare numeri in crescita anche nella direzione opposta. Sullo sfondo il periodo particolarmente florido che sta vivendo l'economia ceca. Quali sono in tal senso le prospettive future e quali le principali aree di interesse?
L’interscambio bilaterale è stato particolarmente dinamico negli ultimi anni, considerando che solo nel 2013 non raggiungeva i 9 miliardi di euro. Un’ottima notizia per noi è che la bilancia commerciale è tornata virtualmente in pareggio dopo anni di passivo da parte italiana. Sentiamo spesso parlare di mercati lontani che farebbero la fortuna delle imprese italiane, ma poi nessuno ci dice che a poco più di un’ora di volo dall’Italia c’è un Paese di 10 milioni e mezzo di abitanti con cui commerciamo più che con il Brasile, l’India o il Sud Africa. Come Ambasciata intendiamo coinvolgere quanta più Italia possibile nell’economia ceca, sia nei settori più maturi, come quello dell’automotive, sia nei comparti a più alta intensità di capitale su cui si sta concentrando ultimamente l’attenzione delle politiche di sviluppo economico di questo Paese, in particolare la trasformazione del manifatturiero verso un ambiente 4.0 e l’aerospazio. Continueremo poi a favorire il successo dell’agroalimentare italiano, di crescente appeal presso il pubblico ceco, lavorando a stretto contatto con la Camera di Commercio e dell’Industria Italo-Ceca (CAMIC), che ha oltrepassato l’anno scorso la soglia dei 400 soci (i quali contribuiscono all’occupazione ceca con oltre 50.000 posti di lavoro) e con cui collaboriamo stupendamente in sede di programmazione e realizzazione delle attività promozionali.
Il turismo rimane una componente fondamentale dei rapporti reciproci tra Italia e Repubblica Ceca, con Praga saldamente in testa tra le destinazioni della regione centroeuropea più amate dagli italiani. Qual è la situazione ad oggi e quali sono le strategie future delle istituzioni italiane presenti in Repubblica Ceca in questo ambito?
Il turismo è uno dei canali più efficaci per favorire la conoscenza reciproca fra i popoli e, conseguentemente, per la promozione duratura delle nostre relazioni bilaterali. Attraverso l’esperienza del viaggio e dell’”immersione” nella cultura ceca, i 400.000 italiani che visitano annualmente la Boemia e la Moravia trovano un patrimonio artistico e naturalistico di altissimo livello, oltre a moltissimi punti di contatto a livello sociale e culturale. Questa circostanza è particolarmente evidente per i connazionali provenienti da quelle regioni italiane che hanno condiviso con queste terre la secolare dominazione asburgica. Lo stesso discorso è valido per i cechi che visitano ogni anno l’Italia in numeri enormi (nel 2017 l’Italia è stata il secondo Paese di destinazione per i turisti cechi e alcune fonti parlano di 700.000 turisti, praticamente un ceco ogni 15), concentrandosi tradizionalmente nell’alto Adriatico, ma sempre più presenti nelle stazioni sciistiche e nelle nostre città storiche. I cechi che tornano dall’Italia portano con sé un prezioso bagaglio di ricordi che li spinge poi a cercare anche in questo Paese il cibo, lo stile e quel “vivere all’italiana” che hanno apprezzato nello Stivale. Già oggi quindi i flussi turistici in entrambi i sensi sono decisamente soddisfacenti, ma il potenziale di miglioramento è ancora molto forte. Lo scorso settembre ha riaperto a Praga un’antenna dell’Agenzia nazionale italiana del turismo (ENIT), che ha già avviato numerose iniziative promozionali in collaborazione con le regioni italiane, in particolare Lazio, Marche, Abruzzo, Puglia e Friuli-Venezia-Giulia. Se da parte nostra c’è interesse ad una sempre maggiore diversificazione delle destinazioni del turismo ceco (anche considerando il progressivo aumento di reddito disponibile che i cechi decidono di dedicare ai viaggi), al medesimo obiettivo stanno lavorando le Autorità ceche, affinché gli italiani non limitino le loro visite a Praga, ma prendano in considerazione tutto il panorama delle numerose bellezze che questo Paese offre. A tal fine l’Ente del turismo ceco sta elaborando pacchetti dedicati specificamente al pubblico italiano, da proporre in sinergia con i voli diretti – sempre più numerosi – che collegano le nostre città con Praga e Brno.
I rapporti culturali italo-cechi sembrano godere di ottima salute, grazie anche a questi ultimi 5 anni con un Istituto Italiano di Cultura particolarmente attivo e propositivo sotto la direzione di Giovanni Sciola. Il quotidiano Literární noviny, per esempio, ha recentemente pubblicato un inserto speciale dedicato al boom di traduzioni in ceco di autori italiani. Cosa ci aspetta per il 2019, in cui ricorrono i 100 anni dell’Ambasciata d’Italia a Praga, e per i prossimi anni in termini di promozione della cultura italiana?
Il Direttore Sciola, che sta purtroppo per concludere la sua missione a Praga, ha reso un servizio encomiabile per la promozione della cultura italiana in questo Paese, con una passione e una dedizione riconosciutegli da tutti gli interlocutori italiani e cechi. La diffusione presso il pubblico ceco di traduzioni di autori italiani è un ottimo segnale, ma è solo una parte della variegata offerta culturale che l’Ambasciata e l’Istituto continueranno a proporre nel 2019 e nei prossimi anni, a partire dalla musica, le arti figurative a tutto tondo, il design, il cinema, la scienza, la storia e l’enogastronomia, senza rinunciare al continuo sostegno all’insegnamento della lingua italiana. Per il 2019 abbiamo un ricco programma di eventi speciali che si vanno ad aggiungere alle decine di iniziative dell’Ambasciata, dell’IIC e della Camera di Commercio. Siamo partiti con la presentazione del libro Cecoslovacchia e Italia. Cento anni di storia dello storico Sergio Tazzer, proseguendo con l’apertura della mostra permanente – presso l’Istituto Italiano di Cultura – sulla Congregazione italiana di Praga. In maggio, nell’ambito del celebre festival Primavera di Praga, avremo un concerto dell’Orchestra di Santa Cecilia, diretta da Antonio Pappano, mentre a giugno sarà in esposizione la mostra fotografica La Razza Umana, di Oliviero Toscani. Sempre a giugno è in programma la prima Conferenza multidisciplinare dei ricercatori italiani in Repubblica Ceca e a luglio, nel quadro del Bohemia Jazz Festival, si esibirà Stefano Bollani. Per la rentrée stiamo inoltre lavorando a una mostra di street art e, quale simbolo concreto dei 100 anni di amicizia fra Roma e Praga, l’Ambasciata donerà alla capitale ceca una statua realizzata per l’occasione. Anche gli appuntamenti ormai tradizionali dell’Italian Design Day, della Settimana della Lingua Italiana, della Settimana della Cucina Italiana e del Festival del Cinema Italiano saranno ulteriormente arricchiti.
Pur non essendo una delle lingue globali del commercio e del business, l'italiano difende nel tempo la sua prerogativa di lingua studiata e apprezzata dagli stranieri. Cosa ci può dire della situazione attuale dei corsi di lingua italiana e della collaborazione con il liceo praghese Ústavní?
Ha fatto sensazione nelle scorse settimane la notizia che l’italiano è la quarta lingua più studiata al mondo. È estremamente difficile elaborare una classifica accurata, ma senza dubbio la “lingua del sì” sta conoscendo in questi ultimi anni un periodo di particolare splendore in tutto il mondo, come del resto tutta la cultura italiana, a partire dalla nostra tradizione eno-gastronomica, protagonista di un vero e proprio successo globale. In Repubblica Ceca c’è un particolare amore per la lingua italiana, veicolo della nostra arte e della nostra musica, facilitato dal fatto che fino al 1989 quello italiano era l’unico Istituto di Cultura occidentale autorizzato ad operare in Cecoslovacchia. Proprio il nostro Istituto di Cultura ha registrato per l’anno scolastico 2017/18 una forte crescita nell’utenza: nel 2015/16 ha avuto 481 corsisti, 492 nel 2016/17 e ben 732 nel 2017/18! Un exploit che si traduce in un aumento dei corsi estivi e nell’avvio di un corso on line. Con il Liceo Ústavní manteniamo una bellissima collaborazione che dal 1991 ha prodotto centinaia di giovani i quali, grazie all’offerta della sezione italiana, hanno forgiato un fortissimo legame con il nostro Paese e continuano ad essere promotori della nostra lingua nelle loro vite. Presso il Liceo Ústavní prestano servizio due professoresse inviate dal nostro Ministero dell’Istruzione e lo stesso coordinatore della sezione italiana è un professore italiano molto attivo e benvoluto dagli allievi del Liceo. Oltre all’Ústavní, il governo italiano mantiene due lettorati universitari, uno all’Università Carolina di Praga e un altro, riaperto l’anno scorso dopo una sospensione di 7 anni, all’Università Masaryk di Brno. Data la crescente richiesta non escludo che l’insegnamento della lingua si possa ulteriormente espandere.
Questi 100 anni coincidono quasi con i 100 anni di esistenza dello Stato cecoslovacco prima e ceco poi. È possibile fare un bilancio e caratterizzare questo secolo di relazioni?
Cento anni densi di cambiamenti, dalla Cecoslovacchia alla CSFR alla Repubblica Ceca da un lato, dal Regno d’Italia alla Repubblica italiana attraverso il Ventennio, dall’altro, per ritrovarci entrambi oggi nel mondo della globalizzazione. Mutamenti epocali che non hanno scalfito il felice connubio. Innumerevoli affinità elettive ci legano gli uni agli altri – dall’architettura, alla musica, alla poesia, al teatro, all’amore per l’arte, alla vivacità del dibattito politico, alla tradizione manifatturiera, alla capacità tecnologica, alla passione per le automobili, allo sport, e potrei andare avanti a lungo – e questo è il semplice segreto di un rapporto che può essere definito nel suo complesso assolutamente positivo. Ci sono e ci possono essere dialettiche non condivise ma l’appartenenza all’Unione Europea, alla NATO, all’ONU, all’OCSE, all’Ince e a tutte le principali Organizzazioni ed Istituzioni Finanziarie Internazionali fanno dei nostri due Paesi due Nazioni che si capiscono con relativa facilità, abituate a lavorare insieme e che collaborano da sempre, con grande reciproco rispetto, alle comuni finalità.
In copertina: SE Francesco Saverio Nisio
Immagini per gentile concessione dell’Ambasciata d’Italia a Praga