L’UOMO E LA TECNOLOGIA – Il confronto nel mondo dell’arte

L’UOMO E LA TECNOLOGIA – Il confronto nel mondo dell’arte

Nell’antichità greca, in particolare per Aristotele, l’arte e la tecnologia erano unite nello stesso concetto di téchne (tradotto come tecnica, o abilità). Per i greci significava la capacità dell’uomo di creare e, l’abilità umana di immaginare l’inesistente e trasformarlo in materia, ha trovato la sua migliore applicazione nell’arte e nella tecnologia.

In ambiente storico-artistico, il principio della relazione tra l’arte e la tecnologia si può ricondurre all’istante in cui le conseguenze dell’industrializzazione hanno iniziato a introdursi nella realtà quotidiana, verso le fine del XIX secolo.

Nel 1839, a Parigi, si diede vita ad una della prime rappresentazioni tecnologiche: la fotografia. Prese avvio, così, il forte rapporto tra arte e macchina che si trasformò in una vera e propria rivoluzione in grado di catturare il tempo.

Nello stesso momento, sorsero anche grandi correnti artistiche tra cui l’Art Nouveau e lo Jugendstil.

Le due correnti si diffusero in seguito allo sviluppo del movimento Arts and Crafts, in Inghilterra, di William Morris: il pioniere della lotta in opposizione all’arte non funzionale.

L’impronta programmatica di Morris influenzò fortemente alcuni protagonisti dell’Art Nouveau come Henri Van de Velde ed Hermann Muthesius, i quali auspicavano una cultura omogenea costruita sul superamento delle apparenti contraddizioni tra l’arte e la scienza, oltre che tra l’uomo e la macchina.

Queste stesse idee portarono Van de Velde alla fondazione della Kunstgewerbeschule, a Weimar nel 1912 che, con Walter Gropius, diventerà nel 1919 il Bauhaus.

Il Bauhaus fu la massima manifestazione della fiducia nello sviluppo tecnologico, nonché il mezzo per attuare una totale sintesi delle arti tramite un programma che accettava nuovi materiali e metodi produttivi messi a disposizione dalla società industriale.

Tra le avanguardie storiche, i futuristi in particolare seppero cogliere l’aspetto del dinamismo e della velocità, mentre i dadaisti condussero la loro ricerca immaginando la macchina come allusione all’eros, rendendola parte integrante dell’essere umano e viceversa.

Marcel Duchamp

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Le considerazioni più importanti sulle conseguenze della meccanizzazione rimangono, tuttavia, quelle di Marcel Duchamp. Il Nu descendant un escalier, propone un’analisi del movimento del corpo che scende le scale come fosse un meccano, colmo di valenze metaforiche.

Caricando macchine e oggetti industriali di significati che alludono alla condizione umana, Duchamp diventò punto di riferimento per le numerose correnti artistiche sviluppatesi dagli anni Cinquanta in poi.

L’arte elettronica

Se si pensa che le prime sperimentazioni artistiche con il computer si datano dal 1952, mentre quelle con il video dal 1963, sono stupefacenti lo sviluppo e la quantità di diramazioni che hanno avuto fino a oggi.

Nel secondo dopoguerra, difatti, si sono avvicinate alla traiettoria del progresso tecnologico e scientifico tendenze come l’arte cinetica e lumino-cinetica, l’optical art, i mobiles, i neon e la light art.

Tutte queste ricerche sulla luce e sul movimento hanno composto la base per quel vastissimo campo di sperimentazioni che rientrarono nella definizione di arte elettronica.

Dalla seconda metà del XX secolo, le tecnologie digitali sono diventate così raffinate e accessibili da offrire agli artisti maggiori possibilità di sperimentazioni che inevitabilmente hanno portato alla creazione di nuove forme e discipline multimediali. Così, nel contesto presente è più adeguato parlare di arte digitale, net art, arte virtuale o data-base art.

L’arte digitale

L’utilizzo del computer come strumento per creare arte porta oggi alle diverse forme di simulazione della realtà, alla creazione di realtà virtuali e cyberspazi, mondi VRML, identità e intelligenze artificiali, creazione di avatar e agenti, sperimentazioni con la haptic technology, biometrica e manipolazione del movimento.

L’arte digitale ha sicuramente trasformato l’idea stessa di opera d’arte, aiutata dal processo espressivo e comunicativo dei new media; è arrivata a riformulare i concetti fondamentali delle tradizionali tipologie di pittura e scultura come arti dello spazio e di letteratura e poesia come arti del tempo, grazie anche al lavoro condotto in precedenza dalle avanguardie storiche.

Video: All is full of love, Björk (1999)

Lo spettatore viene ora sollecitato ad una partecipazione completa, di tipo fisico, mentale ed emotivo; entrando completamente all’interno dell’opera, è possibile che venga richiesto un suo intervento attivo, tanto da avere la responsabilità dei funzionamenti e delle strategie richieste dall’artista e dalla sua opera.

Una forma di espressione e di comunicazione che costituisce un tema critico particolare, poiché richiede una riflessione sul modificarsi del senso dell’arte in un’epoca che impone non solo un continuo confronto tra uomo e macchina, ma anche sulle metodologie di analisi e interpretazione di opere improntate a un inedito immaginario tecnologico.

In copertina: Manifesto Bauhaus

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